LIVORNO – Colonnello GdF Mendella assolto: formula piena in Appello.
Colonnello GdF Mendella assolto dopo un iter giudiziario durato dieci anni per l’ex comandante della Guardia di Finanza di Livorno. Fabio Massimo Mendella arrestato con l’accusa di aver svolto ‘verifiche blande’.
Assolto con formula piena in via definitiva dalla Corte d’Appello nel luglio 2023 dopo la condanna in primo grado con l’accusa di corruzione. Sentenza passata in giudicato e depositata in aprile. “Nessuna condotta dolosa o colposa nel compimento dell’attività di servizio e nell’adempimento dei propri doveri”.
L’accusa riguarda il periodo in cui il colonnello della Guardia di Finanza era in servizio a Napoli.
Mendella ha rinunciato alla prescrizione per affermare la sua innocenza.
Fabio Massimo Mendella, colonnello della Guardia di Finanza, oggi è a Roma, al Ministero dell’Interno, Direzione centrale Polizia Criminale, alle dirette dipendenze del prefetto Grassi, vice capo della Polizia.
Era al comando della GdF di Livorno quel giorno in cui venne arrestato in ufficio, 11 giugno 2014. A Livorno il colonnello Mendella era arrivato un anno prima.
A Livorno è tornato il 18 agosto 2023 dopo l’assoluzione, fino al 16 ottobre scorso, quando è entrato in servizio al Ministero dell’Interno.
Come ci racconta lo stesso colonnello Mendella. “Ero in ufficio a Livorno quel giorno, 11 giugno 2014. Ho visto i miei collaboratori con le lacrime agli occhi. Sono particolarmente legato alla città Livorno e ai miei collaboratori. Se ho rinunciato alla prescrizione l’ho fatto per difendere non solo la mia persona, i miei familiari, gli amici che mi sono stati vicino. Ma anche per difendere l’onorabilità anche a Livorno. In questi anni da Livorno ho sempre avuto testimonianze di affetto e stima“.
Dieci anni di calvario giudiziario. Congelamento della carriera, escluso da avanzamenti. Stipendio ridotto in misura importante.
La Corte d’Appello rispetto alla condanna di primo grado sostiene che è stato “smarrito il senso della necessaria valutazione della pregnanza di singoli fatti e circostanze e del loro individuale e serio rilievo indiziario, giungendo così a fondare il proprio convincimento su meri sospetti che, pur nella loro potente suggestività, hanno acquisito un’apparenza probatoria che, ad una più attenta analisi logica risultano non aver mai posseduto, lasciando spazio a possibili ricostruzioni alternative dei fatti”.
In appello, i giudici hanno evidenziato la correttezza operativa di Mendella. Per la Corte d’Appello “Il Tribunale ha vagliato come prove serie e decisive meri sospetti e suggestive ipotesi investigative prive di una reale certezza probatoria”.
Il colonnello Mendella ha smontato l’impianto accusatorio con la documentazione che dimostrava altro rispetto alle accuse.
L’accusatore del colonnello condannato per associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di delitti in materia fiscale e tributaria.