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Traffico droga, arresti anche a Livorno. Sequestro oltre 10 milioni

LIVORNO – Traffico droga, arresti anche a Livorno. Sequestro oltre 10 milioni
Traffico droga, i finanzieri del comando provinciale di Trento con S.C.I.C.O., Reparti territoriali del Corpo sul territorio nazionale e Sezione Aerea di Bolzano hanno arrestato 38 persone smantellando una rete di spaccio. Arresti anche a Livorno. Operazione che martedì 7 maggio ha coinvolto oltre 100 militari. Sequestrati beni per oltre 10 milioni, oltre 70 chili di droga, hashish, cocaina, eroina, 12 chili di sostanza da taglio e 110 mila euro in contanti. 
Misure cautelari eseguite in provincia di Trento con 27 persone in carcere ed 11 obblighi di dimora e nelle province di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano, Verona, Pavia, Cremona e Livorno.
I 38 soggetti coinvolti, di cui 36 di nazionalità estera, albanesi, tunisini, marocchini e portoghesi, farebbero parte di due articolate associazioni per delinquere dedite a traffico stupefacenti.
Traffico droga, arresti anche a Livorno. Sequestro oltre 10 milioni
 
Le misure cautelari, illustra GdF, eseguite nelle province di Trento, Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano, Verona, Pavia, Cremona e Livorno, sono state emesse al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, avviata a dicembre 2021 e condotte dal G.I.C.O. del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento.
Complessivamente, l’indagine vede il coinvolgimento di 38 soggetti ritenuti a vario titolo, responsabili di aver partecipato o collaborato all’interno di due articolate associazioni per delinquere che, interconnesse tra loro, erano dedite al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish, marjuana ed eroina), provenienti da altre regioni italiane e destinate quasi interamente al territorio del Trentino.
Le investigazioni, spiega GdF, traggono origine da pregresse indagini di polizia giudiziaria e dal costante monitoraggio del territorio, a seguito dei quali emergevano possibili condotte illecite legate alla continuità dei rapporti tra alcuni precedenti indagati.
I successivi approfondimenti portavano a individuare i principali clienti e fornitori della sostanza stupefacente, ad identificare la fitta rete dei partecipanti dei due gruppi criminali ed a ricostruirne interamente l’operatività.
Le consorterie, previ accordi tra connazionali dimoranti in altre regioni, facevano giungere la sostanza stupefacente sul territorio trentino attraverso corrieri che utilizzavano autovetture appositamente modificate e dotate di ingegnosi doppi fondi.
Successivamente, gli indagati operanti sul territorio provinciale, in totale 26 con vari ruoli e tutti colpiti da provvedimenti di cattura, procedevano, all’interno di alcuni appartamenti condotti in affitto, al taglio ed al confezionamento della droga, utilizzando anche la paprika per camuffarne l’odore.
Le dosi così composte venivano interrate lungo gli argini di fiumi o all’interno di un parco pubblico per la successiva attività di cessione ai consumatori finali.
In altri casi, è emerso che gli indagati utilizzavano auto prive di copertura assicurativa e lasciate in parcheggi pubblici, nelle adiacenze del centro storico del capoluogo trentino, come magazzini temporanei per lo stoccaggio della sostanza stupefacente, in attesa del successivo ed imminente spaccio.
La vendita della sostanza stupefacente avveniva solitamente a Trento e Rovereto, nei pressi o all’interno di parchi e giardini pubblici ed era rivolto ad una fitta rete di clienti, anche di giovane età.
Nel corso delle investigazioni sono stati effettuati numerosi riscontri, anche attraverso l’impiego delle unità cinofile della Guardia di Finanza, che hanno consentito di trarre in arresto in flagranza di reato 19 soggetti e di sequestrare oltre 49 Kg. di hashish, 20 Kg. di cocaina, oltre 5 Kg. di eroina, sostanze da taglio per circa 12 kg, 1 arma da sparo, denaro contante per oltre 111.000 euro e materiale vario per il confezionamento della droga.
La ricostruzione dell’operatività criminale dei due gruppi investigati e degli altri collaboratori, prosegue GdF, è stata effettuata anche dal punto di vista economico-patrimoniale.
È emersa, infatti, una consistente disponibilità di denaro contante, rilevata dai numerosi pagamenti immediati ovvero alla consegna della droga acquistata, nonché dai sequestri di rilevanti quantitativi di denaro.
Per alcuni sodali, le entrate derivanti dallo spaccio rappresentavano una sorta di reddito aggiuntivo e parallelo rispetto all’ordinaria attività lavorativa lecita. Per la maggior parte degli associati, le entrate derivanti dal traffico di droga rappresentavano l’unica fonte di ricchezza.
Analizzando le quantità acquistate, evidenzia GdF, i prezzi di acquisto, i tagli della sostanza pura (da 1 kg. di cocaina venivano ricavati 3 Kg si sostanza da commercializzare), le dosi ricavabili per chilogrammo (pari a circa 5000 dosi per 1 Kg. di cocaina tagliata), il prezzo medio di cessione per dose al dettaglio, è stato quindi quantificato il profitto illecito che le consorterie hanno ottenuto dal traffico di sostanze stupefacente, determinato in oltre 10 milioni di euro.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, tali illeciti profitti sono stati quindi oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente.
 
—CronacaCINZIA GORLA

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