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Autonomia differenziata, campo largo per referendum abrogativo

Autonomia differenziata, campo largo per referendum abrogativo

Autonomia differenziata, il Consiglio regionale della Toscana discuterà presto due proposte di deliberazione per l’indizione del referendum abrogativo della legge 86/24 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario), firmate giovedì 4 luglio in conferenza stampa dal capogruppo del Partito Democratico, Vincenzo Ceccarelli, di Italia Viva, Stefano Scaramelli e dalla vice capogruppo del Movimento 5 Stelle, Silvia Noferi.

Gli atti saranno proposti per l’iscrizione all’ordine giorno dell’aula già per la seduta programmata di martedì 9 luglio.

Le proposte di deliberazione, come hanno spiegato i presentatori, sono due perché una prevede l’abolizione totale della legge Calderoli, l’altra solo di un’ampia parte, nel caso non fosse ammissibile l’intera abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86.

Ceccarelli: “Noi riteniamo che la legge nazionale che vogliamo abrogare vada oltre la ricerca di quell’autonomia che in conferenza Stato-Regioni la Toscana ha sempre sostenuto ma nell’ambito del titolo V della Costituzione. Si tratta chiaramente di un’iniziativa che prendiamo in maniera coordinata con almeno cinque Regioni. Per abrogare una legge che rischia di alterare l’equilibrio dei poteri dello Stato, che rischia di consegnarci venti staterelli ognuno con le sue prerogative e con poteri eccessivi rispetto allo Stato, soprattutto su alcune materie sensibili che, a nostro avviso, devono essere gestite unitariamente, che aumenta le diseguaglianze tra regioni forti e quelle deboli.

Penso, ad esempio, a materie relative ad alcuni diritti civili, l’ambiente o l’istruzione pubblica.  Insomma, si mette a rischio l’unitarietà del Paese. Abbiamo bisogno di essere Paese ed è singolare che chi professa il sovranismo e il nazionalismo poi invece approvi delle leggi di questo tipo. L’altro rischio che noi vediamo è il combinato disposto con il progetto di riforma costituzionale sul ‘premierato’ che costituisce una totale contraddizione, mettendo 20 staterelli in mano ad un premier eletto direttamente, difficilmente controllabile dal Parlamento, e un Presidente della Repubblica che verrebbe depotenziato. Credo che tutti noi seduti a questo tavolo siamo per la semplificazione, ma la semplificazione si può fare decidendo chi fa cosa senza alterare gli equilibri tra poteri, senza ridurre quelle che sono le prerogative di uno Stato che, per quanto basato sulle autonomie, non può essere disarticolato».

Scaramelli: “A rischio non c’è solo l’esplosione delle disomogeneità esistenti tra i diversi territori regionali, ma anche coesione sociale, culturale e territoriale. La richiesta congiunta di indizione del referendum popolare abrogativo dell’autonomia differenziata è la dimostrazione concreta di come il fronte popolare, progressista e riformista può stare insieme e collaborare sulle cose che ci uniscono, a partire dalle battaglie giuste come questa”.

Noferi: “Crediamo fortemente che ancora di più in questo periodo storico, che ha accorciato le distanze geografiche ed economiche, sia determinante pensare ad uno sviluppo complessivo ed organico del territorio per creare le stesse possibilità di lavoro e servizi al Sud, al Centro e al Nord del Paese. Vogliamo fermare le migrazioni interne per ragioni di salute, di studio e di opportunità lavorative per i giovani. L’esempio della pandemia ci dimostra che solo uniti si vincono le sfide più difficili ed è per questo che stamani abbiamo firmato assieme alle altre forze progressiste presenti in Regione Toscana la PDD che chiede il referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata del Governo Meloni”.

 

Simone Zetti, segretario Giovani Democratici Firenze città: “Con la presentazione delle proposte per il referendum abrogativo sull’autonomia, il Consiglio regionale della Toscana oggi prende la posizione netta che abbiamo a lungo auspicato e ricercato. Non ci può essere spazio per le ambiguità nel momento in cui la destra al governo decide scientemente di creare una carneficina sociale al Sud, facendo esplodere i divari creati in decenni di sotto-investimento nei servizi pubblici essenziali. La sfida nelle disuguaglianze territoriali di oggi è trovare nuovi modi per impedire che esse si autorafforzino e per riuscire a riconoscere a quei territori la dignità che la retorica razzista e classista della Lega ha provato a strappargli nel tempo. Meloni, dopo una lunga propaganda nazionalista, getta finalmente la maschera e si rende pronta a svendere l’unità del Paese al miglior offerente. Noi li aspettiamo nelle piazze e nei luoghi di dibattito, al fianco del neonato comitato ‘La via maestra’ per difendere la nostra costituzione. E siamo pronti a mobilitarci a fianco dei compagni di tutta italia affinché tutta la società abbia consapevolezza di ciò che sta succedendo e possa, con l’opportunità che può nascere oggi, fermarli col voto”.

© Riproduzione riservata

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