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Carcere Sollicciano, sindaca Funaro in visita nella struttura

FIRENZE – Carcere Sollicciano, sindaca Funaro in visita nella struttura.
Carcere di Sollicciano, la sindaca di Firenze Sara Funaro nella struttura fiorentina venerdì 5 luglio il giorno dopo la rivolta dei detenuti in seguito al suicidio di un recluso ventenne.
Ennesimo suicidio nelle carceri italiane. E nelle carceri toscane. Nelle stesse ore, il suicidio di un livornese di 35 anni detenuto nel carcere di Livorno.
Con Sara Funaro, i deputati Pd Emiliano Fossi e Federico Gianassi, il presidente della Camera Penale Luca Maggiora, il garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini.
Sara Funaro dopo la visita nel carcere di Sollicciano: “Le condizioni strutturali sono drammatiche. Sono anni che diciamo ci vogliono interventi strutturali. Il carcere di Sollicciano va rifatto completamente. Ma nel frattempo i lavori ci vogliono. Sappiamo che sono arrivati agenti ma i numeri tra uscite ed entrate si vanno a compensare. Mi aspetterei un’attenzione particolare da parte del Governo”.
Emiliano Fossi:  L’emergenza del sovraffollamento è ormai strutturale: abbiamo celle con troppi letti, spazi personali ridotti, possibilità di svolgere attività compromesse. Una situazione che rende le condizioni di vita e di lavoro nelle carceri ingestibili e che è all’origine del tasso sempre più crescente di suicidi.
Ieri l’ultimo a Sollicciano, dove un ragazzo di 20 anni si è tolto la vita. È per questo che oggi, assieme al collega deputato Federico Gianassi e alla sindaca di Firenze Sara Funaro, siamo andati in visita al carcere.
Il colloquio con la direttrice ha evidenziato gli annosi problemi nella struttura: dai lavori fermi da febbraio 2023 alla mancanza di personale, dai problemi di carattere socio-sanitario ai provvedimenti sbagliati o non portati avanti a dovere dallo Stato.
Siamo di fronte a una destra che, invece di svuotare le carceri, crea nuovi reati e inasprisce le pene. Una destra che parla di costruire nuovi spazi, ma poi presenta decreti totalmente insufficienti per affrontare il problema.
Non possiamo accettarlo.
Siamo ad un punto di non ritorno per il quale urge una svolta culturale e politica, oltre che normativa. In Parlamento e nelle altre istituzioni lavoreremo con questa finalità”.

Giuseppe Fanfani, garante detenuti Toscana: “”La situazione di Sollicciano e del carcere di Livorno sono inaccettabili. Una regione dalle tradizioni solidali come la Toscana non può permettersi di avere penitenziari in queste condizioni: servono interventi rapidi per metterli in sicurezza prima possibile. Sul tema carcere serve un maggiore confronto pubblico, a livello locale e nazionale che chiami tutti in causa, dalle istituzioni alle associazioni, dalle forze politiche ai semplici cittadini. È fondamentale che le istituzioni adottino misure concrete per prevenire questi tragici eventi. Ciò include migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri, garantire un adeguato supporto psicologico, formativo e sociale ai detenuti, e promuovere programmi di reintegrazione che possano offrire una speranza per il futuro”.

Poi Fanfani: “È un sistema detentivo che genera disperazione e morte. Non si può più aspettare. 52 morti tra i detenuti, cinque tra gli agenti. Come si fa a non vedere o a far prevalere considerazioni politiche, tradotte in proposte di scarso respiro e di nessuna utilità, su un dramma umano di così grandi dimensioni?. Sollicciano deve essere abbattuto e dismesso. Non risponde ad alcuno dei requisiti e delle finalità previste dalla Costituzione. A Sollicciano non c’è nulla che alimenti la speranza e quindi la vita dei detenuti. Manca l’acqua, c’è un caldo terribile, un sovraffollamento inaccettabile, insetti di ogni tipo, ma soprattutto mancano fabbriche interne, laboratori o servizi che insegnino un lavoro collegato con le aziende esterne e che diano la speranza per il futuro. Ma questo è un vizio diffuso in tutti i penitenziari perché manca una mentalità educata a dar attuazione all’articolo 27 della Costituzione. Come ho ribadito più volte andrebbe immediatamente chiuso”.

“L’ultima vittima, un ragazzo di 20 anni, si è impiccato nel peggior carcere della Toscana. Lo spazio ordinario e cosiddetto ‘normale’ è di tre metri quadri a persona, il che significa stare in cinque in una cella di 15 metri quadri. In queste condizioni il sistema detentivo porta alla disperazione e poi alla morte come scelta inevitabile per i più fragili”.

Acli Toscana con presidente Giacomo Martelli: “La situazione di Sollicciano e del carcere di Livorno sono inaccettabili. Una regione dalle tradizioni solidali come la Toscana non può permettersi di avere penitenziari in queste condizioni: servono interventi rapidi per metterli in sicurezza prima possibile. Sul tema carcere serve un maggiore confronto pubblico, a livello locale e nazionale  chiami tutti in causa, dalle istituzioni alle associazioni, dalle forze politiche ai semplici cittadini. È fondamentale che le istituzioni adottino misure concrete per prevenire questi tragici eventi. Ciò include migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri, garantire un adeguato supporto psicologico, formativo e sociale ai detenuti, e promuovere programmi di reintegrazione che possano offrire una speranza per il futuro”.

 

La situazione nel carcere fiorentino di Sollicciano è di nuovo sotto controllo. I detenuti che giovedì 4 luglio hanno protestato appiccando il fuoco per il suicidio di uno dei reclusi, un ventenne di origine tunisina, sono rientrati nelle celle. Per riportare la calma nella prigione è stato necessario l’intervento della polizia penitenziaria. Un vasto cordone di polizia e carabinieri sono rimasti all’esterno del perimetro del carcere nell’ambito del piano di sicurezza esterna attivato dalla prefettura. La direzione del carcere ha attivato l’unità di crisi durante la protesta.

© Riproduzione riservata

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