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Emergenza carceri in Toscana: suicidio a Firenze e Livorno

LIVORNO – Emergenza carceri in Toscana: suicidio a Firenze e Livorno

Emergenza carceri in Toscana. Due suicidi in poche ore.

A Sollicciano a Firenze il suicidio di un detenuto di venti anni, in seguito al quale è scoppiata la rivolta dei detenuti la sera di giovedì 4 luglio.

A Livorno nella casa circondariale Le Sughere si è tolto la vita in cella un livornese di 35 anni. L’uomo è morto all’ospedale di Livorno.

Uilpa Polizia penitenziaria col segretario generale Gennarino De Fazio: “Ieri, e cioè all’indomani del varo da parte del Consiglio dei Ministri del decreto ‘carcere sicuro’, si sono registrati ben 3 morti e fortissime proteste alla Casa Circondariale di Sollicciano. In sequenza sono deceduti un detenuto a Pavia, un recluso impiccatosi a Firenze Sollicciano e un altro ristretto a Livorno. A Sollicciano, inoltre, i detenuti di tre sezioni hanno inscenato una fortissima protesta per la mancata erogazione dell’acqua, innescando incendi, salendo sui tetti e portandosi all’esterno dei padiglioni fino al muro di cinta. Uno di loro allo stato sarebbe ancora irreperibile, sebbene si pensi, o forse solo si spera, che non abbia varcato il muro perimetrale”.

Marco Solimano, garante detenuti Comune di Livorno: “Circa tre mesi addietro il Presidente della Repubblica lanciò l’allarme sovraffollamento e suicidi nelle carceri italiane, allarme recentemente rilanciato dalla Corte Europea di Giustizia.
Ma niente è accaduto. Una assenza fragorosa del governo e della politica che i garanti, le Camere Penali, tantissime associazioni di volontariato e del terzo settore da tempo denunciano, mentre sono oramai inderogabili interventi urgenti che possano interrompere questa drammatica catena di morte, questa strage silenziosa.
E intanto nelle carceri, nella solitudine e nel buio si continua a morire, tristemente, disperatamente, silenziosamente”.

 

Uilpa con De Fazio: “Del decreto carcere sicuro, di sicuro c’è solo che si tratta di un provvedimento farsa, inutile a risolvere la gravissima emergenza in atto e, anzi, foriero di ulteriori effetti pesantemente negativi. Peraltro, che sia un pasticcio è dimostrato anche dalla scomparsa nel testo pubblicato in gazzetta ufficiale dell’originario art. 5, relativo agli incarichi di livello dirigenziali nel Ministero della Giustizia, pure annunciato dal Ministro Nordio in conferenza stampa e da lui illustrato in senso diametralmente opposto a quello prefigurato nelle bozze circolate. Così nelle prigioni si continua a morire, dall’inizio dell’anno sono 52 i suicidi fra i detenuti e 5 nella Polizia penitenziaria, e a vivere e lavorare al servizio dello Stato nel caos più totale non sapendo se si raggiungerà incolumi la fine della giornata o del turno di servizio.

Prima che il sistema deflagri completamente, l’esecutivo prenda compiutamente atto dell’emergenza senza precedenti negli ultimi 30 anni. Del resto, 3 decessi per suicidio in sole 12 ore non si erano mai visti. Necessitano misure che possano concretamente e immediatamente deflazionare il sovraffollamento di oltre 14.500 detenuti, rafforzare la Polizia penitenziaria, deficitaria di 18mila unità, garantire l’assistenza sanitaria e psichiatrica e avviare riforme strutturali e complessive. Di quanto sta accadendo, oltre alla naturale responsabilità politica, il Governo ha anche la responsabilità morale e, magari, non solo”.

© Riproduzione riservata

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