LUCCA – Impresa di Riccardo Bergamini, conquistato il Parchemuche Peak.
Nuova impresa con nuova vetta conquistata da Riccardo Bergamini in Himalaya, Nepal.
L’alpinista lucchese conquista il Parchemuche Peak a quota 6279 metri.
Impresa compiuta con l’immancabile gagliardetto della Lucchese, di cui il campione toscano è tifoso.
Riccardo Bergamini in vetta col gagliardetto della Lucchese
Dunque un’altra impresa per Riccardo Bergamini, dopo la conquista con Matteo Stella del Khosar Gang, 6401 metri, nella Shigar Valley, nella regione del Gilgit Baltistan, Pakistan.
Le forti raffiche di vento hanno procurato a Bergamini congelamenti alle dita di entrambi le mani con parziale perdita di sensibilità.
Bergamini: “L’obiettivo era ovviamente arrivare in cima. Possibilmente da una via nuova e con lo stesso stile che pratico sulle montagne di casa nostra. Considerando com’è andata, la tecnica utilizzata, percorrendo e cercando alcune variazioni alla via normale, devo dirmi veramente soddisfatto. Un altro sogno che si realizza”.
Bergamini, racconta, il giorno stesso è rientrato direttamente a circa 4300 metri d’altitudine in una interminabile discesa.
Legato alla stessa corda di Bergamini c’era il suo amico sherpa Peseng Gelu, con cui nel 2019 aveva già salito una montagna di circa 6500 metri. Erano gli unici due alpinisti presenti sulla montagna.
Finita l’avventura alpinistica, come promesso prima della partenza dall’Italia, al suo ritorno a Katmandu, la capitale nepalese, l’alpinista ha portato a termine la parte burocratica del patto di amicizia istituito tra il Comune di Lucca e una scuola della valle dell’Everest. Ed è andato a trovare i bambini dell’orfanotrofio da lui seguito portando in dono aiuti economici e lavori didattici eseguiti dai bambini della scuolina ‘Raggi di Sole’ di Maggiano.
Dopo aver attraversato una valle selvaggia che ancora concede di vivere giorni in un’atmosfera incontaminata e isolata dal mondo, racconta Bergamini, è arrivato l’avvicinamento alla montagna vera e propria.
“Un lungo e difficoltoso avvicinamento tra morene e pareti di roccia fino ad arrivare alla scalata finale su ripidi pendii di neve e ghiaccio e all’esposta cresta finale che porta direttamente alla massima sommità”.
“Considerando lo stile adottato per l’ascesa, la quota e l’isolamento geografico dell’area è stata sicuramente un’esperienza alpinistica di grande rilievo. Salita svolta in stile alpino, una modalità di ascesa particolarmente severa e impegnativa con più alto rischio necessitando anche di una preparazione psicofisica e tecnica maggiore”.
Condizioni meteorologiche non particolarmente amiche, sottolinea Bergamini. Il giorno prima della scalata finale ha dovuto montare il campo alto a circa 5700 metri accompagnato da continue precipitazioni nevose. Che sono proseguite fino a tarda serata e il giorno del raggiungimento della vetta. Con incessanti forti folate di vento molto freddo, fino a far quasi desistere l’alpinista lucchese. “Solo la forte determinazione mi ha consentito di non mollare e proseguire la salita”.
—SportCINZIA GORLA