GROSSETO – Via Almirante a Grosseto, Pd chiede intervento di Piantedosi.
Non si fermano le polemiche dopo l’annuncio dell’intitolazione a Giorgio Almirante di una via da parte della giunta di centrodestra del sindaco Vivarelli Colonna in coppia con l’intitolazione di una via a Enrico Berlinguer.
Polemiche culminate con la contestazione al sindaco Vivarelli Colonna, centrodestra, durante la commemorazione dell’eccidio di Maiano Lavacchio. Durante l’intervento del sindaco, i partecipanti gli hanno voltato le spalle cantando ‘Bella Ciao’.
Il sindaco: “Quale commemorazione? Quale rispetto ? E non parlo solo di rispetto della mia persona, della istituzione che rappresento più volte richiamata dagli interventi, ma anche e soprattutto verso i ragazzi che erano venuti ad ascoltare.
Non hanno potuto sentire, gli è stata tolta la libertà dell’ascolto con canti e fischi, perché la cerimonia di Maiano Lavacchio è diventata un pretesto per screditare l’intera ricorrenza e accentuare quel clima di divisione, che avremmo il dovere di superare”.
A voltare le spalle al sindaco di Grosseto anche il sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine, Pd: “Rivendico la libertà di manifestare contro l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante che è stato protagonista attivo del ventennio fascista e collaborazionista delle truppe naziste. In quel particolare contesto della commemorazione dei Martiri di Maiano Lavacchio, ho manifestato in mezzo a tanti altri presenti – molti peraltro – non in veste ufficiale, per questo ero senza fascia. L’ho fatto in memoria del mio bis nonno, ucciso nella terribile strage dei Martiri di Niccioleta, e di tutte quelle persone che sono morte in quella stagione buia”.
Il deputato toscano Marco Simiani, Pd, rende noto di aver depositato un’interrogazione in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati: “Piantedosi prenda posizione sulla sbagliata decisione della giunta comunale di Grosseto di intitolare due strade vicine ad Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante”.
Intanto Anpi Grosseto scrive al Prefetto e raccoglie firme contro l’intitolazione della via: “La grande mobilitazione spontanea unita nell’appello che verrà consegnato in prefettura ha evidenziato, ancora una volta, l’assurdità di dedicare uno spazio pubblico al gerarca fascista”.
Il sindaco Vivarelli Colonna replica: “Sorprende che l’accanimento sull’intitolazione delle vie Berlinguer e Almirante passi attraverso la ricerca di vizi amministrativi. Il Ministero dell’Interno, attraverso la Prefettura, non ha ancora ricevuto la documentazione necessaria per l’espressione del proprio parere. La Prefettura, dal canto suo, potrà poi esprimersi sull’istanza, non appena il Comune di Grosseto avrà preso in carico la lottizzazione ed avrà presentato la necessaria domanda”.
Poi:”Il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla Toponomastica del Comune di Grosseto Fabrizio Rossi, precisano che la richiesta di autorizzazione alle vie della Pacificazione, Almirante e Berlinger, così come tutte le altre comprese nella lottizzazione BorgoNovo, sarà inviata all’autorità competente, solo quando gli atti relativi ai collaudi della viabilità, dei sottoservizi e dell’illuminazione pubblica saranno nella disponibilità dell’Amministrazione comunale. L’iter procedurale di intitolazione di vie in corso di realizzazione, come nel caso in specie, si articola su differenti, distinte fasi procedurali”.
Nella lettera al Prefetto Paola Berardino Anpi sottolinea: “Siamo a chiederle di non accordare l’approvazione come previsto dall’articolo 1 della legge 1188/1927, ritenendo che la proposta sia stata approvata senza una sufficiente riflessione. A supporto di tale richiesta provvediamo a riportare di seguito alcune, certamente parziali e non esaustive, considerazioni. Il Comune, come sottolineato anche dal Tar della Toscana (sentenza 26 novembre 2020 n. 1522), sul tema della toponomastica è tenuto a coinvolgere più autorità, quali Prefettura, Ministeri dei Beni e delle attività culturali, Soprintendenza.
L’intitolazione di spazi pubblici avviene di norma come testimonianza dello sviluppo materiale e civile, legati a fatti, personaggi ed avvenimenti sociali, culturali e politici della storia cittadina, nazionale o internazionale. Nel caso di Giorgio Almirante la caratteristica sopra descritta palesemente non ricorre. Dati storici consolidati ne indicano infatti, tanto prima che dopo la Liberazione, un coinvolgimento in prima persona nella promozione o nell’appoggio della violenza squadrista”.
—PoliticaREDAZIONE