fbpx
15 C
Comune di Massa
martedì 25 Novembre 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Allattamento sui social e rischio pedopornografia: l’allarme dell’esperto

Cercando allattamento online, ogni giorno, migliaia di utenti si scontrano con l’esposizione a contenuti pornografici e pedopornografici. Un fenomeno che cresce e che vede le policy delle piattaforme social permettere la divulgazione di tali contenuti quando hanno le sembianze di avere scopi educativi. Un rischio messo in evidenza da Nicola Palmieri, imprenditore esperto di business digitale con oltre un milione di follower sui suoi canali Youtube e creatore dell’evento culturale Termoli Comics and Games che ha riunito più di 100mila giovani nella sua ultima edizione.

Palmieri ha documentato come criminali informatici utilizzino video apparentemente innocui sull’allattamento per veicolare link a siti esterni pericolosi: “Una neo-mamma che cerca informazioni legittime sull’allattamento può trovarsi catapultata in un mondo di contenuti per adulti, abbonamenti non richiesti e persino materiale illegale“, ha spiegato l’imprenditore che ha analizzato e documentato centinaia di account sospetti con un suo video su Youtube.

Allattamento online: cosa c’è dietro

Come funziona? Palmieri spiega che i creatori di contenuti pubblicano video sull’allattamento rispettando le linee guida delle piattaforme. All’interno, però, inseriscono dei link che rimandano a servizi esterni come Terabox, piattaforma di file sharing che offre programmi di affiliazioni. Tramite questi programmi di affiliazione, i creator riescono a guadagnare circa un dollaro per ogni iscrizione e due ogni mille visualizzazioni. Numeri che sembrano modesti, ma se inseriti all’interno del macrosistema di traffico generato dal settore pornografico online, non risultano più così limitati.

“Il sistema funziona perché sfrutta una falla nelle policy dei social network – ha affermato Palmieri -. Instagram permette l’allattamento al seno come eccezione alla regola contro la nudità, YouTube lo consente per scopi educativi, ma nessuno verifica realmente cosa c’è dietro quei contenuti apparentemente innocui’. La situazione è aggravata dal fatto che le piattaforme devono gestire volumi enormi di contenuti: YouTube riceve 500 ore di video ogni minuto, rendendo impossibile un controllo manuale capillare.

Rischio pedopornografia e revenge porn: l’erotic lactation

Dalla ricerca è emerso che nei file scaricabili attraverso questi canali si trova di tutto: dal revenge porn a contenuti pedopornografici e malware che infettano i dispositivi degli utenti ignari.

Che sia per paura o vergogna, le denunce riguardanti questo frame di truffa o adescamento sono rare e la loro assenza permette al sistema di prosperare indisturbato. Uno dei fetish più diffusi con questo sistema è quello dell’erotic lactation, pratica sessuale documentata che coinvolge l’allattamento in contesti erotici: “Non è il fetish in sé il problema, ognuno nella legalità fa quello che vuole – ha precisato Palmieri -, ma il fatto che venga usato come esca per attirare utenti inconsapevoli in circuiti illegali e pericolosi”.

L’allarme dell’Oms

Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva lanciato un allarme sulle pubblicità del latte artificiale sui social media. Oggi i rischi sono in aumento e riguardano la sicurezza informatica degli utenti, così come la protezione dei minori.

Le piattaforme social si trovano quindi dinanzi ad una duplice sfida: dover garantire la libertà di espressione, permettendo contenuti educativi legittimi sull’allattamento e dover proteggere gli utenti da contenuti illegali e pericolosi. Gli algoritmi di intelligenza artificiale utilizzati per il controllo dei contenuti spesso falliscono nel distinguere tra uso legittimo e sfruttamento criminale.

“I validatori automatici guardano solo i primi 20-30 secondi di un video – spiega l’esperto -. I criminali lo sanno e strutturano i contenuti mantenendo la parte iniziale perfettamente legale mentre nascondono i link pericolosi nelle descrizioni o nei commenti”.

Cosa fare?

In un Paese come l’Italia, nel quale 4 giovani su 10 accedono regolarmente a contenuti per adulti online, i rischi aumentano e la necessità di controllo senza censure resta la priorità. Gli esperti suggeriscono:

  • Educare gli utenti online a questo tipo di minacce;
  • Produrre sistemi di segnalazione più efficaci;
  • Mettere in atto controlli più stringenti sui programmi di affiliazione che monetizzano questo tipo di traffico.

Nel frattempo, il consiglio per gli utenti è di prestare massima attenzione ai contenuti che sembrano innocui ma contengono link esterni, specialmente quando riguardano temi sensibili come l’allattamento. “La prossima volta che vedete un contenuto sull’allattamento, chiedetevi se è davvero educativo o se nasconde qualcosa di più oscuro – conclude Palmieri -. E soprattutto, segnalate sempre i contenuti sospetti. Solo così possiamo fermare questo circolo vizioso che danneggia le persone più vulnerabili”.

Popolazione

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Comune di Massa
poche nuvole
15 ° C
15 °
15 °
63 %
2.6kmh
20 %
Mar
12 °
Mer
12 °
Gio
11 °
Ven
12 °
Sab
12 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS