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Colleferro, una telefonata salvavita: come un carabiniere ha impedito il suicidio di un 17enne

“Hai tutta la vita davanti, potrai fare mille cose”: così un carabiniere della sala operativa della compagnia di Colleferro ha salvato dal suicidio un giovane di soli 17 anni. Il ragazzo aveva espresso l’intenzione di togliersi la vita buttandosi sotto un treno che sarebbe passato sui binari della città alle porte di Roma, dove l’adolescente tuttora risiede solo grazie alla preparazione e alle doti umane dell’agente, che ha evitato una tragedia usando le parole giuste e temporeggiando.

La telefonata intercorsa tra il carabiniere e il ragazzo ha permesso ai colleghi dell’operatore di raggiungere la stazione e mettere in sicurezza l’adolescente che si trovava a pochi passi dai binari. “Stai tranquillo, non dire queste cose. Siediti, riparati dalla pioggia. Sei coperto? Hai un giubbino? Come sei vestito?”, ha chiesto il carabiniere al ragazzo che aveva telefonato al 112 segnalando il proprio disagio mentre l’operatore registrava informazioni cruciali per salvarlo.

La passione per la cucina e l’empatia

Sono gli stessi agenti del comando provinciale di Roma a spiegare cosa ha permesso di evitare la tragedia: “Con lucidità e fermezza il carabiniere di turno ha instaurato un dialogo diretto con il giovane riuscendo a rassicurarlo e a guadagnare tempo prezioso fino all’arrivo di una pattuglia. La professionalità dimostrata, unità a un profondo senso di responsabilità e vicinanza umana, ha permesso di trasformare un momento di disperazione in un’occasione di salvezza”.

Il carabiniere ha sfruttato i pochi assist dati dall’adolescente: quando il 17enne gli ha detto di essere appassionato di cucina, l’operatore ha insistito su questo aspetto che parla di vita e non del suo opposto: “Anche io, magari mi puoi dare qualche consiglio”, gli ha risposto il militare dell’Arma.

L’efficacia del dialogo empatico nella prevenzione del suicidio giovanile

L’intervento del carabiniere della centrale operativa di Colleferro si è rivelato decisivo perché ha applicato, probabilmente in modo intuitivo, strategie comunicative di cui la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato l’efficacia.

Robert King, Barry Nurcombe, Leonard Bickman, Leanne Hides e Wendy Reid hanno pubblicato nel 2003 sulla rivista “Suicide and Life-Threatening Behavior” uno studio che ha analizzato 100 chiamate registrate di giovani in crisi alla Kids Help Line australiana. I ricercatori hanno documentato diminuzioni significative dei suicidi e miglioramenti significativi dello stato mentale nel corso delle sessioni di consulenza telefonica: la percentuale di chiamanti valutati a rischio imminente da entrambi i valutatori è scesa dal 47,5% dell’inizio della chiamata al 7% della fine, mentre la proporzione di chiamanti senza urgenza suicidaria è aumentata dal 2% al 58,5%.

Madelyn Gould e colleghi della Columbia University hanno pubblicato nel 2017 su “Suicide and Life-Threatening Behavior” uno studio sul follow-up delle chiamate alla National Suicide Prevention Lifeline statunitense, riportando che il 79,6% dei partecipanti ha dichiarato che l’intervento telefonico li ha fermati dal togliersi la vita, mentre il 90,6% ha affermato che l’intervento li ha aiutati a sentirsi al sicuro. La capacità del carabiniere di mantenere il contatto telefonico, rassicurando il diciassettenne e guadagnando tempo prezioso, rappresenta un esempio concreto di come competenze relazionali – quando unite a professionalità e lucidità – possano salvare vite.

Giovani

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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