Il futuro dei giovani è al centro delle politiche di governo. A testimoniarlo è la Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, in corso a Roma il 2 e 3 ottobre 2025, presso le Corsie Sistine, complesso monumentale dell’Arcispedale di Santo Spirito in Sassia e che rappresenta un importante momento di confronto, dialogo e riflessione tra istituzioni, esperti del settore e organizzazioni della società civile, per delineare strategie condivise volte a promuovere il benessere dei bambini e degli adolescenti.
“Per troppo tempo siamo stati abituati a uno Stato che era al tempo stesso invadente e assente – ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video messaggio -. Invadente, perché pretendeva – molto spesso ideologicamente- di imporsi nello spazio privato delle relazioni familiari, dell’educazione dei figli, dell’approccio ai problemi e alle fragilità. Assente, perché poi di fronte a quelle fragilità e a quei problemi, sempre più complessi da affrontare, non era in grado di offrire un sostegno, un supporto o un aiuto. Noi stiamo tentando di ribaltare questo schema, di costruire uno Stato che c’è quando è necessario e che sa fare invece un passo indietro quando il suo ruolo è superfluo, se non addirittura dannoso”
“Uno Stato, ad esempio – ha sottolineato Meloni- che a Caivano e nelle tante periferie dimenticate d’Italia torna a mostrare il suo volto forte e autorevole – e che non si lascia intimidire da chi vorrebbe far tornare quei territori nel degrado e nell’abbandono – e si preoccupa di dare una mano quando le famiglie, la scuola, le agenzie educative, la reti dei servizi sociali ne hanno bisogno”. Uno Stato “che fa tutto questo con misure molto concrete, come il potenziamento del personale dei servizi sociali territoriali, l’investimento sugli spazi aggregativi, la nascita delle comunità per adolescenti – dove poter fare sport, musica ma anche ricevere, quando necessario, supporto psicologico- la lotta senza quartiere per combattere la droga e prevenire le dipendenze, la scelta di rendere finalmente funzionante uno strumento come la rete dei Centri per la famiglia, a cui abbiamo dato uno scopo chiaro, funzioni precise, risorse certe”, ha rimarcato Meloni.
La Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza è “un appuntamento che la legge 285 del 2017 prescrive si svolga con cadenza triennale ma che è stata convocata per l’ultima volta ben 11 anni fa, nel lontano 2014. È un punto che ci tengo a sottolineare, perché lo considero emblematico della ritrovata centralità che questo governo ha voluto attribuire alle politiche, alle azioni e agli interventi per i nostri bimbi e i nostri adolescenti”, ha concludo la premier.
I tavoli di confronto in Conferenza infanzia e adolescenza
Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia e la Natalità, ha riassunto il punto della due giorni dedicata alle politiche riguardanti i bambini e i giovani ricordando i tavoli di dibattito e confronti nati all’evento e che hanno riguardato:
- la solitudine e l’isolamento sociale, che stanno emergendo come nuove criticità che caratterizzano in modo sempre più diffuso il contesto sociale familiare nel nostro Paese;
- la solidarietà e il dialogo intergenerazionale, in un contesto nel quale le reti comunitarie di sostegno alle famiglie si stanno smagliando;
- la diffusione della cultura dello “sballo”, considerata da molti ragazzi come un’esperienza personale tesa alla ricerca di emozioni forti e immediate, che spesso costituiscono una modalità per gestire fragilità individuali o collettive;
- il rapporto dei minorenni con il mondo digitale, che può essere declinato nello spazio fra due poli simbolici: la figura dell’influencer, modello di successo (talvolta apparente) immediato e di riconoscimento sociale, e quella del nerd, colui che per definizione è assorbito dalla passione per il computer e le nuove tecnologie ma spesso si trova a disagio con le relazioni sociali; questi “immaginari” riflettono il bisogno dei giovani di appartenenza, identità e visibilità, ma si traducono, spesso, in occasioni di rischio che derivano da pressioni sociali e relazioni interpersonali non equilibrate.
Ciò che è emerso è la grande richiesta di ascolto attivo da parte dei ragazzi, la costruzione di dialogo e confronto. “Ho trovato molto interessante quanto emerso in questi giorni riguardo il passare da spazi di ascolto a luoghi di ascolti, intendendo per luogo uno spazio fisico capace di creare relazioni, offrire esperienze alternative al digitale e al cellulare. – ha dichiarato la ministra Roccella -. Avete sottolineato che questo è uno strumento utile anche per la prevenzione delle dipendenze, l’impoverimento affettivo e la solitudine. È stata espressa la necessità di creare un rapporto diretto tra cittadino e pubblica amministrazione”. La famiglia, nello specifico, è al centro della comunità educante da ricostruire. I Centri delle famiglie, in questo senso, rappresentano uno strumento valido da rifondare: “Abbiamo cercato di dare a questi centri fondi e progettualità, affinché diventino hub di informazioni, servizi e ascolto dei bisogni. Su questo, la messa a terra del Bando per le Regioni per il potenziamento della rete dei Centri familiari insieme ai finanziamenti degli ultimi due reparti del Fondo famiglia configureranno come empowerment familiare. Un terzo piano nazionale, quello per la prevenzione e il contrasto contro l’abuso dei minori, si basa su due novità: un’attenzione specifica alle differenze tra le modalità di abuso tra maschi e femmine e la seconda è la valorizzazione del modello italiano alla lotta alla pedopornografia. Come Paese ci autodenigriamo, ma abbiamo moltissime cose da valorizzare, non solo il Made in Italy, ma anche buone pratiche e risultati. La lotta contro gli abusi deve essere transnazionale. Infine, fondamentale è stata la Guida per genitori e adulti contro la lotta al bullismo e cyberbullismo”.
Salute: investimento per il futuro
Orazio Schillaci, ministro della Salute, si è concentrato sul disagio giovanile e sull’importanza che assume la tutela della salute nei primi 1000 giorni di vita: “Sosteniamo gravidanze consapevoli, genitorialità, vaccinazioni, ambienti sicuri. A questo impegno si affiancano la promozione di stili di vita sani e il tema della fertilità. Ma la più grande sfida resta la salute mentale. Ansia, depressione e comportamenti autolesivi sono in aumento tra gli adolescenti, come confermano i recenti fatti di cronaca. Per rispondere, il ministero ha predisposto un Piano nazionale per la Salute mentale per diagnosi precoci integrati in rete con istituzioni e territorio. Con la scorsa manovra di Bilancio abbiamo finanziato servizi di sostegno psicologico nelle scuole. Non meno urgente, la lotta alle nuove dipendenze, dalle droghe, come il fentanyl o quelle sintetiche. Ma le dipendenze riguardano anche internet e i social media, così come i videogiochi. Dai dati della Sorveglianza dell’Istituto superiore della sanità emerge che un giovane su quattro è dipendente dal cellulare. E i consultori familiari ci segnalano dati allarmanti sul cyberbullismo”.
“La salute dei nostri figli non è una spesa, ma un investimento per il futuro”, ha concluso il ministro.
Il ruolo della Scuola
Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara è intervenuto in videomessaggio ricordando la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, adottata il 20 novembre 1989, e che chiama in causa la responsabilità di tutta la società.
“La sfida per dare ad ogni bimbo un futuro degno interpella ogni essere umano – ha sottolineato Valditara -. Tante sono le emergenze quotidiane di ogni bambino: contesti disagiati, contesti di guerra ancora presenti nel Mondo, contesti di crisi demografica. Quest’ultima è una mancanza di fiducia nel futuro”.
Il ministro ha spiegato che il rapporto della Commissione parlamentare per infanzia e adolescenza ha evidenziato le sfide presenti e future: degrado urbano, diffusione di consumo di alcol e droghe, la dipendenza dal cellulare, i fenomeni di bullismo e cyber bullismo. La Scuola, in questo senso, svolge un ruolo fondamentale sin dalla più giovane età: “Se noi offriamo un contesto educativo adeguato superiamo le differenze. Abbiamo voluto investire 4,6 miliardi di euro di cui 1,2 sono risorse nazionale e 819 milioni sono risorse derivanti dall’incremento che la Commissione ci ha assegnato per aver raggiunto gli obiettivi previsti. Il 56,2% di questi interventi è stato o sarà realizzato nel Mezzogiorno, dove è maggiore il bisogno di strutture, come gli asili nido. L’altra grande battaglia è quella riguardante gli abbandoni scolastici. Oggi il risultato, merito del Decreto Caivano e Agenda Sud, porta questo dato al 8,3% nel 2025. Abbiamo investito 10 milioni di euro nel 2025, 18 milioni per il 2026, per la salute mentale dei giovani. Così come abbiamo investito in didattica continuativa per ragazzi disabili, aumento dell’organico di diritto, la specializzazione di 20mila docenti precari sul sostegno, mense scolastiche potenziate: il tutto grazie alle nuove linee guida per la Scuola che potenziano anche l’istruzione dell’Educazione civica in classe”.
Cosa possiamo fare oggi?
Dagli asili aziendali, a progetti di istruzione per i più piccoli, a maggiori garanzie tutela per i minori: a concludere l’evento è la ministra Roccella che ha lanciato un messaggio di speranza. Cosa possiamo fare oggi? “Vogliamo andare avanti, custodire il presente e costruire il futuro. Portare con noi tutto quello che amiamo dell’oggi, ricostruire una comunità. Partiamo dalla famiglia per allargarci, usando tutte le nostre risorse e puntando sulle giovani generazioni. Dovremo guardare a noi stessi e a quanto trasmettiamo loro. Dobbiamo essere più tribù, riconoscere i legami e non isolarci”.
—
Giovani
content.lab@adnkronos.com (Redazione)