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Influenza e malanni di stagione: come proteggere i bambini dai virus invernali

Ogni inverno in Italia un bambino su quattro si ammala di influenza. Febbre, malessere, tosse e naso che cola tornano puntuali, complici gli ambienti chiusi e il contatto ravvicinato tra i più piccoli. Spesso il contagio non si ferma ai cancelli della scuola: i bambini diventano amplificatori dei virus respiratori che, una volta a casa, raggiungono fratelli, genitori e nonni.

E, come ogni anno, arrivano i consigli dei pediatri per aiutare le famiglie a riconoscere i sintomi, gestire la febbre e prevenire complicanze.

Come si trasmettono i virus e come proteggersi

Rhinovirus, coronavirus, virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, enterovirus e virus respiratorio sinciziale (RSV): sono loro a riempire gli ambulatori e i pronto soccorso nella stagione fredda. Secondo i dati della sorveglianza InfluNet, oltre 16 milioni di italiani si sono ammalati lo scorso anno di influenza o sindromi simil-influenzali; un terzo erano bambini.

Al Bambino Gesù di Roma, durante la stagione 2024-2025, si sono registrati 10.831 accessi per infezioni respiratorie e 1.378 ricoveri, di cui 49 in terapia intensiva. Una riduzione rispetto all’anno precedente, ma la pressione resta alta. “Anche quest’anno i virus respiratori circoleranno con forza – avverte il professor Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale e malattie infettive –. Serve attenzione, soprattutto per i più piccoli e i soggetti fragili”.

Ogni virus ha la sua finestra stagionale:

  • l’influenza raggiunge il picco tra dicembre e febbraio,
  • la bronchiolite da Virus Respiratorio Sinciziale tra novembre e marzo,
  • i virus parainfluenzali di tipo 3 tendono invece a colpire in primavera.

Conoscere i periodi di maggior rischio aiuta a programmare le vaccinazioni e a prevenire le forme più gravi.

Tutti i principali virus respiratori si diffondono per via aerea, attraverso goccioline di saliva o mani contaminate.

Bastano pochi gesti per ridurre il rischio di contagio:

  • lavarsi spesso le mani;
  • coprire naso e bocca con il gomito quando si tossisce o starnutisce;
  • arieggiare le stanze;
  • limitare il contatto con chi presenta sintomi.

Il Ministero della Salute raccomanda inoltre la vaccinazione antinfluenzale per tutti i bambini tra sei mesi e sette anni, per chi convive con patologie croniche e per le donne in gravidanza. L’immunizzazione non previene solo l’influenza ma riduce il rischio di complicanze e ricoveri.

Accanto al vaccino antinfluenzale, da quest’anno è disponibile anche un anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale, indicato per i neonati e i bambini sotto i due anni. Non è un vaccino, ma un’immunizzazione passiva che fornisce difese pronte all’uso. “Prevenire l’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale nei primi mesi di vita riduce di oltre l’80% i ricoveri ospedalieri – spiega Villani – e abbatte il rischio di complicanze respiratorie croniche”.

Sul fronte della prevenzione, la Società Italiana di Pediatria (Sip) richiama l’attenzione anche sul ruolo educativo delle scuole. La campagna “Copriamoli bene… con la preVenzione”, appena avviata, coinvolge oltre 900 istituti e 64mila alunni e punta a diffondere comportamenti corretti tra bambini, famiglie e insegnanti.
“La scuola è un presidio di salute – spiega il presidente Sip Rino Agostiniani –. Troppo spesso per l’influenza si ricorre in modo improprio agli antibiotici, che non hanno efficacia contro il virus e possono comportare effetti collaterali. È molto più utile puntare sulla prevenzione con gesti semplici e, quando serve, rivolgersi con fiducia al proprio pediatra”.

Bambini e virus stagionali: il rientro a scuola apre la fase di prevenzione

Febbre, tosse, naso chiuso: cosa fare (e cosa evitare)

La maggior parte delle infezioni invernali nei bambini si risolve da sola in pochi giorni. Riposo, idratazione e farmaci sintomatici sono spesso sufficienti. Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per la febbre e i dolori muscolari; gli antibiotici, invece, vanno usati solo su prescrizione medica, perché inefficaci contro i virus.

In caso di raffreddore, i lavaggi nasali con soluzione fisiologica aiutano a liberare le vie respiratorie e facilitano la respirazione, soprattutto nei più piccoli. Possono essere eseguiti con flaconcini monouso o con una siringa senza ago, preferibilmente prima delle poppate, del sonno o dell’aerosol.

È importante mantenere il bambino ben idratato e vestito in modo leggero, per favorire la dispersione del calore. Se ha appetito ridotto, non serve forzarlo a mangiare. “I genitori devono concentrarsi sulle condizioni generali del bambino, non sui gradi del termometro – spiega il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del Dea II livello del Bambino Gesù –. La febbre è una risposta fisiologica dell’organismo: preoccupa solo se associata a difficoltà respiratorie, sonnolenza o peggioramento dello stato generale”.

Nei bambini con patologie croniche – cardiopatie, fibrosi cistica, immunodeficienze – o nei neonati sotto le dodici settimane di vita, è sempre indicato un contatto tempestivo con il pediatra o con il pronto soccorso in caso di sintomi respiratori importanti.

Famiglia

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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