fbpx
8 C
Comune di Massa
venerdì 12 Dicembre 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

“Non potrai più alzarti”, ma oggi cammina e si appresta a sciare: Michel Roccati vuole “andare oltre e mostrare il possibile”

Non mi sono mai visto seduto”. Qualcosa è scattato subito nella mente di Michel Roccati, atleta e imprenditore italo-tedesco, dopo l’incidente di moto che nel 2017 gli ha provocato una lesione midollare completa a causa della quale i medici gli avevano comunicato che non si sarebbe mai più alzato in piedi. Questo qualcosa, una determinazione fuori dal comune, lo ha portato invece a rimettersi eretto e a camminare, primo paziente al mondo a farlo con una condizione medica così grave. E lo ha spinto a pensare di andare addirittura ‘oltre’: la prossima (ma non ultima) asticella è fare una discesa sulla neve, in piedi.

L’ambizioso progetto ha un nome – Beyond Human Potential – e un altro protagonista: Tommaso Balass0, ex guida paralimpica (in coppia con Gianmaria Dal Maistro ha vinto diverse medaglie e Coppe), maestro di sci di Schio e titolare di una scuola di sport adattati in montagna (Scie di Passione) e di una palestra dedicata a sport e inclusione rivolta soprattutto – ma non solo – a chi è affetto da malattie degenerative (Hopen Space).

Due giovani pieni di entusiasmo, tenacia e visione, che, pur mantenendo i piedi ben piantati a terra, hanno deciso di andare oltre: ‘beyond’, appunto. E vogliono farlo grazie a tre pillar, come spiega a Demografica Balasso: “L’uomo, quindi Michel con questa sua determinazione singolare; la scienza, perché comunque Michel ha avuto la fortuna, la bravura, la dedizione di sottoporsi a un intervento a cui pochissime persone al mondo sono riuscite ad accedere; e la macchina, quindi l’attrezzo per sciare che stiamo customizzando”.

L’obiettivo, racconta Roccati a Demografica, è quello di “dimostrare che ormai siamo nel futuro, dove è possibile fare queste cose, cioè mostrare veramente il possibile”.

Come nasce Beyond Human Potential

Ma come si è arrivati a Beyond Human Potential? Balasso e Roccati si conoscono a un evento organizzato dal primo lo scorso marzo presso il suo Hopen Space: un evento nato, spiega, per unire “talenti nei più vari ambiti” e al quale aveva invitato Michel dopo aver letto la sua storia su internet. Il giovane piemontese prende parte all’evento e accetta la proposta di sciare, che nell’idea di Balasso doveva essere attraverso il monosci. Michel invece ha ben altro in mente: “Io voglio sciare in piedi”.

Tommaso ricorda: “Ho detto ‘va bene’, perché sono di ampie vedute, però dentro di me sono proprio curioso di capire come farà e penso che probabilmente sottovaluterà un pochettino le cose”. Ma gli risponde: “Ok, dai, accettiamo la sfida”, e da lì nasce il progetto.

Michel ha ben chiara la direzione: “Voglio spingere fino al massimo questa tecnologia, vedere fin dove si può arrivare in modo che sia uno stimolo per me, per i ricercatori e per tutta la comunità, dove ci sono persone che hanno avuto un incidente come il mio”.

La storia di Michel, l’’apripista’

Facendo un passo indietro, la storia di Michel racconta quella caparbietà che Tommaso descrive più volte parlando del suo compagno d’avventura. Come anticipato, il giovane piemontese nel 2017 fa un incidente in moto che lo lascia immobile dalla vita in giù, ma dopo il primo shock si accende “subito qualcosa: a livello di testa sentivo che non era una cosa che fosse stabilita, per me, non mi vedevo seduto in carrozzina”.

Allora si mette a studiare il cervello, si impegna nella fisioterapia, comprese le tecniche più innovative, si allena in modo “da poter mantenere il fisico nella perfetta condizione possibile per quando mi sarei di nuovo rialzato in piedi”. E pratica un intenso lavoro di testa, “per non dimenticarmi come si cammina”.

Un giorno Michel e il fratello partecipando a un convegno vengono a conoscenza di un progetto sperimentale in corso in Svizzera, ‘Stimo’. I medici del team NeuroRestore dell’EPFL e del CHUV di Losanna, attraverso specifici elettrodi inseriti nelle vertebre di alcune scimmie, erano riusciti a bypassare la lesione midollare. Michel si propone per i test ma per la clinica la sua condizione è troppo grave. Ci vorranno due anni perché venga chiamato per la sperimentazione: nel 2020 il ragazzo viene operato. “Sono stato il primo con la lesione midollare completa, il pioniere, e poi sono venuti poi altri pazienti”.

Michel racconta che la prima volta che si è alzato di nuovo in piedi è stata magica: “La muscolatura si era indebolita, quindi ero all’interno di due parallele che mi tenevano. Poi hanno schiacciato ‘start’ sul computer, sono arrivati gli impulsi elettrici e mi hanno fatto camminare, mi hanno fatto alzare in piedi. Ed è stato veramente figo”. E allora pensa: “Adesso sì, incominciamo veramente a far sul serio. Qua inizia il bello”.

E inizia anche Beyond Human Potential: uomo, scienza, macchina.

Beyond Human Potential Roccati Balasso
(Foto Carlo Perazzolo)

Il potenziale umano: Michel

Al centro di tutto c’è Michel e il suo potenziale umano. Tommaso lo conferma: “La tecnologia è innovativa e probabilmente hanno cercato il caso che più poteva garantire risultati positivi”. Molto conta l’attitudine sportiva di Michel, che “nemmeno dopo l’incidente ha smesso di allenarsi e soprattutto di ascoltare il suo corpo”, facendo anche tantissima visualizzazione. Quando era in Svizzera, Michel andava al parco a guardare le persone che correvano – “cercavo di immedesimarmi in loro” – e i bambini alle prese con i primi passi – “con le loro tecniche e l’istinto di stare in piedi e muoversi”.

Ma non c’è solo questo. “Prima di tutto bisogna crederci, altrimenti non parti neanche”, spiega Roccati. “Anche per quanto riguarda lo sci io mi sto allenando. Non è che tutto quanto ti viene regalato così, magari stando sul divano. Io mi alleno ogni giorno anche un paio di volte al giorno, perché io voglio raggiungere alti livelli, perché partecipando a un trail clinico so che c’è della responsabilità, non è una cosa che faccio solo per me, la faccio per tanti. Col tempo, con la tecnologia, verrà molto più facile e quindi sarà poi accessibile a molte persone”.

Scienza: la tecnologia che permette a Michel di alzarsi e camminare

Ma Michel come riesce ad alzarsi? La tecnologia, spiega, consiste in “una linguetta elastica lunga circa 10 cm con tanti piccoli elettrodi all’interno, inserita tra le vertebre”. “Questa linguetta – continua – ha dei fili che vanno a collegarsi a livello sottocutaneo a un pacemaker che ho nell’addome, grosso più o meno come il quadrante di un orologio”.

Gli impulsi elettrici arrivano da questo pacemaker, che comunica tramite bluetooth con un tablet dove ho caricato diversi programmi che mi permettono di fare varie attività, ad esempio camminare o salire alle scale. Ogni programma mostra tutti i gruppi muscolari coinvolti e come una centralina di una macchina ho la possibilità di mettere più o meno potenza”. Ecco perché Michel si sente di essere “un cyborg a tutti gli effetti: mi accendo e mi spengo, mi metto sotto carica”.

A dicembre il giovane si sottoporrà a un nuovo intervento per inserire un nuovo pacemaker più performante che dovrebbe dargli modo di riuscire ad avere ancora più sensibilità e, spiega, di “performare sempre di più nel cammino, essere sempre più naturale e più fluido”.

“Secondo me siamo davanti all’inizio di un qualcosa”, afferma con entusiasmo Tommaso, “perché sono convinto che tra cinque anni questa tecnologia verrà applicata a tante persone”. Infatti, aggiunge, “Michel sente molto la responsabilità e l’onore di essere un apripista, e quindi anche il fatto che sia così determinato è perché lui vuole in un qualche modo vedere fin dove il suo caso può portare gli avanzamenti tecnologici”.

La macchina customizzata

Il terzo pillar del progetto è la macchina, un sistema che utilizza biomeccanica, Ai e controllo neuro-muscolare per accompagnare il corpo nella postura verticale e favorire l’esecuzione del movimento sulla neve in condizioni di sicurezza. “Un attrezzo speciale – spiega Tommaso – che stiamo customizzando, tagliando, saldando, ristrutturando, facendo di tutto per cercare di portarlo ad essere performante”. E questa è una delle caratteristiche più paradossali e peculiari del progetto, e cioè che un’idea così innovativa venga realizzata allo stesso tempo artigianalmente.

Tommaso Balasso

Transumanesimo

“Ci stiamo affacciando alle all’era in cui la macchina e l’uomo si stanno fondendo, e questo è già scritto. Oggi Michel fa le scale. Tra cinque anni correrà. È solo questione di tempo”, afferma Tommaso, riconoscendo che l’inarrestabile ruota del progresso apre anche a tante domande che coinvolgono filosofia ed etica, fino al transumanesimo: una corrente di pensiero che sostiene l’uso delle tecnologie avanzate per potenziare le capacità fisiche, cognitive e biologiche dell’essere umano e che punta a superare limiti naturali come malattia, invecchiamento e morte attraverso intelligenza artificiale, biotecnologie e ingegneria genetica. L’approccio apre prospettive impensabili ma allo stesso tempo solleva questioni etiche, sociali e politiche su disuguaglianze, identità umana e controllo tecnologico, dividendo chi lo vede come progresso da chi lo considera un rischio per la specie umana.

Per Tommaso, Beyond Human Potential “è dentro tantissimo” al concetto di transumanesimo, anche se manca l’aspetto più legato al business, che spesso invece comanda questo fenomeno. “Secondo me, quello che c’è da fare oggi è cercare di dare un’etica sull’utilizzo di queste cose”, dice. E aggiunge:

Anche per Michel, il ‘cyborg’, il progetto è transumanista, ma con un dettaglio importante: “È un’interazione al 50%, dove c’è la tecnologia che permette a una persona con una lesione midollare completa di alzarsi in piedi e c’è l’uomo: in questi anni ho imparato tanti trucchi per controllare la tecnologia, quindi è una interazione molto dinamica, così la senti più naturale e l’accetti molto di più”.

Beyond Human Potential

La partenza ufficiale di Beyond Human Potential è stata il 19 ottobre al Milano Mountain Show e mentre il team customizza l’attrezzo che servirà per la discesa di Michel, Nordica Ski ha fornito sci e un paio di scarponi modificati ad hoc in base alle indicazioni di Tommaso. Che fa sapere che l’obiettivo è arrivare “a fine febbraio – periodo olimpico e soprattutto paralimpico – a provare a fare questa impresa, far sciare Michel in autonomia”. La ‘location’ è decisa: Folgaria (Alpe Cimbra), dove Tommaso ha la sua scuola. “Ovviamente una pista molto semplice, e se in più riusciamo a fargli fare delle curve, quello sarebbe il desiderato”, spiega il maestro di sci.

E proprio girare, secondo Tommaso e Michel, è la cosa più difficile del progetto, “perché oggi Michel non riesce a innestare un’azione rotatoria e quindi dobbiamo trovare degli altri sistemi”. Sarà complesso anche “trovare la giusta combinazione sia con lo sci sia con la stimolazione”, dunque “definire con gli ingegneri programmi per il tablet più precisi e più fluidi”.

Ma ci sono anche delle cose semplici: per Tommaso è “coinvolgere le persone”, compresi professionisti che si sono messi volontariamente a disposizione, sia come tempo che come risorse. “Ho trovato un grandissimo entusiasmo”, racconta. Per Michel invece la parte più facile è stata ‘trovarsi’ con Tommaso: “L’accettazione della sfida è stata veramente facile perché siamo due teste matte abbastanza”.

Due teste matte che vanno avanti in un progetto innovativo ma anche molto concreto, allo stesso tempo umano e futuristico, che stanno raccontando in un docufilm che dovrebbe anch’esso uscire per fine febbraio. Per seguire il loro straordinario percorso: https://beyondhumanpotential.org/.

(foto di copertina: NeuroRestore – Jimmy Ravier)

Popolazione

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Comune di Massa
cielo sereno
8 ° C
8 °
8 °
93 %
2.6kmh
4 %
Sab
14 °
Dom
14 °
Lun
14 °
Mar
14 °
Mer
11 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS