fbpx
12 C
Comune di Massa
giovedì 20 Novembre 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Quasi una donna su tre ha subito una violenza fisica o sessuale: è così dal 2000

Quasi una donna su tre ha subito violenza da parte del partner o violenza sessuale nel corso della propria vita. Si stima siano circa 840 milioni di donne a livello globale: un dato che è rimasto invariato dal 2000. Venticinque anni di abusi, quindi, che si riassumono con l’11%, 316 milioni di donne, che solo negli ultimi mesi ha confermato di aver subito una violenza fisica o sessuale da parte del proprio partner.

I progressi nella riduzione della violenza da parte del partner sono stati dolorosamente lenti, con un calo annuo di appena lo 0,2% negli ultimi due decenni. A confermarlo è l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in vista della data del 25 novembre, appuntamento annuale della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze. A preoccupare è la sottostima dei dati: cifre che potrebbero essere superiori in molti contesti, ma che non si riescono a rilevare a causa dello stigma o della paura.

“La violenza contro le donne è una delle ingiustizie più antiche e diffuse dell’umanità, eppure è ancora una delle meno perseguite”, ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Nessuna società può definirsi giusta, sicura o sana se metà della sua popolazione vive nella paura. Porre fine a questa violenza non è solo una questione politica; è una questione di dignità, uguaglianza e diritti umani. Dietro ogni statistica c’è una donna o una ragazza la cui vita è stata cambiata per sempre. Dare potere alle donne e alle ragazze non è facoltativo, è un prerequisito per la pace, lo sviluppo e la salute. Un mondo più sicuro per le donne è un mondo migliore per tutti”.

I tagli ai finanziamenti

Il nuovo rapporto rappresenta lo studio “più completo sulla prevalenza di queste due forme di violenza contro le donne”, spiega l’Oms. La sua pubblicazione rappresenta un aggiornamento delle stime del 2018 pubblicate nel 2021 e analizza i dati raccolti tra il 2000 e il 2023 da 168 Paesi, “rivelando un quadro drammatico di una crisi profondamente trascurata e di una risposta gravemente sottofinanziata”.

Il riferimento va ai recenti tagli ai finanziamenti, soprattutto statunitensi, che potrebbero rallentare i cambiamenti tecnologici e le disuguaglianze socioeconomiche di Paesi a basso reddito, rappresentando un aumento dei rischi per milioni di donne e ragazze. Ad esempio, scrive l’Oms, nel 2022, solo lo 0,2% degli aiuti globali allo sviluppo è stato destinato a programmi incentrati sulla prevenzione della violenza contro le donne, e i finanziamenti sono ulteriormente diminuiti nel 2025.

Quali sono i rischi?

Per le donne vittime di violenza i rischi sono molteplici: dalle gravidanze indesiderate, ad una probabilità maggiore di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili, fino alla depressione. Il rapporto sottolinea che la violenza contro le donne inizia molto presto, intorno all’età adolescenziale e preadolescenziale in molti casi, e le conseguenze persistono per tutta la vita. Negli ultimi 12 mesi, 12,5 milioni di ragazze adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni, ovvero il 16%, hanno subito violenza fisica e/o sessuale da parte di un conoscente o partner. Alcuni contesti, inoltre, sono focolai di espressione di questa violenza: l’Oceania (escluse Australia e Nuova Zelanda) ha registrato una prevalenza del 38% di violenza da parte del partner nell’ultimo anno, oltre il triplo della media globale dell’11%.

Focus sull’Europa

Un rapporto dedicato specificatamente alla regione europea, inoltre, ha fornito una “cruda conclusione” sulla risposta del settore sanitario alla violenza contro donne e ragazze, definendola “criticamente inadeguata”. Il rapporto dedicato all’Europa e intitolato ‘Cura, coraggio, cambiamento: leadership del settore sanitario nel porre fine alla violenza contro donne e ragazze’, ha evidenziato significative lacune politiche e operative nei 53 Stati membri dell’area. Secondo il documento, nella regione Oms Europa, un sorprendente 28,6% di ragazze e donne dai 15 anni in su subirà violenza fisica e/o sessuale nel corso della vita. Di fronte a questa “diffusa crisi di salute pubblica”, i sistemi sanitari “deludono quasi 1 vittima di violenza di genere su 3”, offrendo “servizi essenziali ben al di sotto degli standard raccomandati”. Per quanto riguarda i servizi essenziali, solo 7 Paesi (13%) offrono servizi di aborto sicuro, mentre solo 17 Paesi (32%) offrono sia la contraccezione d’emergenza sia la profilassi post-esposizione all’Hiv. Inoltre, solo il 38% dei Paesi (20 Stati) offre profilassi per le infezioni sessualmente trasmissibili o valutazioni di salute mentale, e solo il 43% (23 Stati) offre servizi di consulenza per la salute mentale.

A complicare ulteriormente l’accesso alle cure, quasi un terzo dei Paesi (32%) richiede ancora agli operatori sanitari di denunciare alla polizia i casi di violenza domestica o del partner senza il consenso delle vittime adulte. Nonostante ciò, il report rileva alcuni ambiti di progresso, con il 75% dei Paesi che dispone di politiche a sostegno della formazione degli operatori sanitari sulla violenza, e oltre due terzi (68%) che prevedono il supporto di prima linea per le vittime, uno standard minimo di assistenza compassionevole e non giudicante. L’Oms esorta gli Stati membri ad adottare immediatamente l’intero pacchetto di assistenza raccomandato, in particolare i servizi post-stupro urgenti, e a rimuovere gli obblighi di segnalazione che impongono la denuncia delle vittime adulte senza il loro consenso.

Un appello alla responsabilità

L’Oms lancia poi un appello alla responsabilità nei confronti di quei Paesi che vivono condizioni critiche e nei quali avanzano lenti i progressi: ad esempio, la Cambogia sta implementando un progetto nazionale che aggiornerà la legislazione sulla violenza domestica, migliorerà l’erogazione, la qualità e l’accesso ai servizi, ristrutturerà i rifugi e sfrutterà soluzioni digitali nelle scuole e nelle comunità per promuovere la prevenzione, soprattutto tra gli adolescenti. Ecuador, Liberia, Trinidad e Tobago e Uganda “hanno elaborato piani d’azione nazionali con budget definiti. Le azioni legislative e di sensibilizzazione in questi Paesi hanno contribuito a reperire finanziamenti nazionali per questo tema, a dimostrazione di un maggiore impegno politico in un periodo di riduzione dei budget destinati agli aiuti”, scrive l’Oms.

Per accelerare il progresso globale, il rapporto chiede un’azione decisiva da parte dei governi e finanziamenti per:
• ampliare i programmi di prevenzione basati sulle prove
• rafforzare i servizi sanitari, legali e sociali incentrati sui sopravvissuti
• investire in sistemi di dati per monitorare i progressi e raggiungere i gruppi più a rischio
• far rispettare leggi e politiche che diano potere alle donne e alle ragazze.

“Per porre fine alla violenza contro donne e ragazze servono coraggio, impegno e azione collettiva – ha affermato la dottoressa Sima Bahous, direttrice esecutiva, UN Women, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne -. Promuovere la parità di genere è il modo in cui costruiamo un mondo più equo e sicuro per tutti, dove ogni donna e ogni ragazza possa vivere una vita libera dalla violenza”.

“La violenza contro le donne infligge danni profondi e duraturi che incidono sulla loro vita, salute e dignità – ha commentato Diene Keita, direttrice esecutivo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva -. Per molte, la violenza è aggravata dalla discriminazione basata sulla povertà, sulla disabilità e su altri fattori, esponendole a rischi ancora maggiori. Il devastante ciclo di abusi spesso si ripercuote su famiglie, comunità e generazioni. I dati dipingono un quadro fosco del prezzo dell’inazione. Questa situazione deve cambiare ora. Dobbiamo agire insieme con urgenza per porre fine a questa violenza e garantire che ogni donna e ragazza, in tutta la sua diversità, possa esercitare i propri diritti, realizzare il proprio potenziale e contribuire pienamente a società più giuste, eque e prospere”.

“I dati mostrano che molte donne subiscono per la prima volta la violenza del partner durante l’adolescenza – ha dichiarato Catherine Russell, direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef)-. E molti bambini crescono guardando le loro madri spinte, picchiate o umiliate, e la violenza fa parte della vita quotidiana. La chiave è interrompere questo schema di violenza contro donne e ragazze”.

Mondo

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Comune di Massa
nubi sparse
12 ° C
12 °
12 °
76 %
1kmh
40 %
Gio
11 °
Ven
11 °
Sab
9 °
Dom
8 °
Lun
11 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS