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Strategia europea per la parità: dal voto delle neomamme alla salute riproduttiva

La violenza di genere dovrebbe essere un crimine internazionale. L’aborto sicuro e legale? “Un diritto fondamentale”. Nella definizione di stupro, il “consenso sessuale” normato a livello europeo. Così come si chiede maggior assistenza sanitaria alle donne e diritto di delega al voto per le deputate neomamme. Sono queste le ultime proposte approvate nella giornata di ieri in plenaria all’Europarlamento a Bruxelles. Proposte che rientrano in una strategia più ampia relativa alla parità di genere e che guardano ad un futuro europeo in cui i diritti delle donne siano riconosciuti al pari di quelli degli uomini. Ma andiamo con ordine.

Diritto di voto per delega

Il Parlamento europeo ha avviato una proceduta legislativa per modificare la legge elettorale dell’Unione europea. Con 605 voti favorevoli, 30 contrari e cinque astensioni la risoluzione per la proposta legislativa, redatta dalla Commissione Affari Costituzionali, è stata approvata. Lo scopo? Promuovere una partecipazione paritaria con un’opzione temporanea di voto per delega per le deputate europei durante gli ultimi mesi di gravidanza avanzata e la prima fase della maternità.

Un provvedimento che va oltre il simbolico e che favorirebbe la partecipazione al voto anche alle neomamme. A definirsi “orgogliosa per il lavoro svolto dalla Camera su questa proposta storica” è la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, la quale ha affermato che “come politica e come donna, non posso che sperare che gli Stati membri concordino con noi sul fatto che la modernizzazione delle nostre regole di voto sia attesa da tempo e facciano tutto il possibile per adeguare le regole del Parlamento europeo al XXI secolo. Nessuna donna dovrebbe dover scegliere tra servire i propri elettori e avere figli”.

Le norme proposte vedrebbero realizzata la possibilità, per un’eurodeputata incinta o che ha partorito di recente, di delegare il proprio voto in plenaria a un altro eurodeputato fino a tre mesi prima della data presunta del parto e sei mesi dopo il parto. La riforma ha lo scopo di rafforzare le norme sulla maternità, consentendo alle eurodeputate di continuare a esercitare pienamente il proprio mandato, conciliando al contempo le responsabilità sanitarie e familiari con i doveri parlamentari.

La proposta legislativa sarà ora sottoposta al Consiglio per l’approvazione unanime degli Stati membri. Se così modificata, la nuova bozza di legge dovrà essere approvata da oltre la metà dei deputati in carica. Infine, affinché le nuove norme entrino in vigore, tutti i Paesi dell’Ue dovranno approvarle in linea con le rispettive procedure costituzionali.

La riforma rientra nel più ampio impegno del Parlamento europeo per la parità di genere, l’inclusività e l’equilibrio tra lavoro e vita privata, promuovendo la partecipazione delle madri alla politica. Attualmente, solo Spagna, Grecia e Lussemburgo dispongono di disposizioni formali che consentono alle parlamentari di votare per delega per motivi di maternità.

Una strategia per la parità di genere 2026-2025

Ma non è la sola proposta presentata in plenaria dall’Europarlamento. Nella sua relazione, adottata con 310 voti favorevoli, 222 contrari e 68 astensioni, il Parlamento europeo ha invitato la Commissione a presentare un’ambiziosa Strategia per la parità di genere 2026-2030.

Contrasto alla violenza sulle donne

Per quanto riguarda la violenza di genere, i deputati chiedono alla Commissione di presentare una proposta al Consiglio. Tra i punti:
1. Considerare la violenza di genere tra i reati particolarmente gravi;
2. elaborare linee guida per l’attuazione della legge recentemente adottata sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica;
3. riconoscere il femminicidio come reato a sé stante;
4. stilare una definizione di stupro basata sul consenso nella legislazione dell’Ue e sollecitare i Paesi membri che non hanno ancora ratificato la Convenzione di Istanbul a farlo.

Assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva

Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, il voto ha riguardato anche l’inclusione di azioni volte a garantire l’accesso universale a un’assistenza sanitaria attenta alle esigenze di genere e “ad affrontare il divario di genere in materia di salute, affrontando i bisogni e i rischi sanitari specifici per genere e prestando particolare attenzione alle malattie che colpiscono in modo sproporzionato le donne”, si legge nella nota. Pieno accesso paritario a tutti i servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva: rientra in questa categoria il diritto all’aborto sicuro e legale che si chiede “venga incluso nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e, allo stesso tempo, l’istituzione di un accesso universale all’assistenza sanitaria mentale attenta alle esigenze di genere”.

Parità retributiva

Per favorire la parità di genere, i deputati chiedono inoltre la tempestiva attuazione delle direttive su salari minimi adeguati, trasparenza retributiva, donne nei consigli di amministrazione e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata per genitori e caregiver.

I deputati, infine, hanno esortato la Commissione a rafforzare i meccanismi per contrastare gli attacchi ai diritti delle donne e delle persone Lgbtqia+. La Commissione, secondo gli eurodeputati, “dovrebbe attuare l’agenda per le donne, la pace e la sicurezza come principio fondamentale della politica estera e di sicurezza comune dell’Ue”.

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content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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