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Anima, De Vanna (Ersel): “Ha più valore con Unicredit che con Bpm”

(Adnkronos) – Assedianti e assediati del risiko bancario: il fortino è a Piazza Meda. Giuseppe Castagna, amministratore delegato del Gruppo Banco Bpm, dice no alla proposta di matrimonio di Unicredit: "Nessun mood difensivo, ma l'offerta non corrisponde al nostro vero valore". La palla passa a Piazza Gae Aulenti: Orcel dice che "il rilancio non è escluso, ma solo se c'è più valore". Cosa farà Unicredit? Qualche analista sottolinea che l'Ad possa prendere in considerazione persino l'ipotesi di rinunciare alla conquista dell'istituto (il valore del Banco dovrebbe aumentare per l'ingresso di Anima). Ma Carlo De Vanna, co-responsabile della gestione sul mercato azionario italiano di Ersel, traccia un scenario diverso all'Adnkronos.  
Cosa ne pensa?
 "Partiamo dai numeri – dice De Vanna – Unicredit capitalizza 85 miliardi, Banco Bpm poco più di 15 e Anima, dopo l’incremento del prezzo di Opa, 2,3 miliardi. E’ evidente che il maggiore esborso per convincere le minoranze a cedere le azioni di Anima non cambi il valore di Banco Bpm in misura tangibile (parliamo di circa 200 milioni, meno del 2% della capitalizzazione). A maggior ragione per Unicredit.." 
Perché
 "Perché l’acquisizione del Banco è un’operazione molto sensata e da tempo attesa dal mercato: presenta poche sovrapposizioni geografiche (quindi poche filiali da vendere o da chiudere) e molte sinergie di costo. Ma soprattutto permetterebbe ad Unicredit di colmare il gap di presenza territoriale nella regione più ricca d’Italia, la Lombardia, rispetto alla leader Intesa. Infine una Sgr come Anima avrebbe più valore in un gruppo come Unicredit di quanto non ne abbia all’interno di una banca più piccola come il Banco Bpm, anche perché tra due anni scade il contratto di distribuzione con Amundi e riportare all’interno del perimetro alcune fabbriche prodotto creerebbe valore".  
Quello di cui si parla da qualche settimana è la possibilità che, con la scusa dell’aumento di prezzo su Anima, Unicredit preferisca sfilarsi dal deal per concentrarsi su Commerz
 "Ovviamente non possiamo escludere questa eventualità, ma la riteniamo improbabile per tre ragioni: in primo luogo perché la validità industriale dell’operazione è innegabile; in secondo luogo perché si lascerebbe una preda molto ghiotta sul mercato e qualche altra banca potrebbe approfittarne rischiando di far scalare Unicredit al terzo posto in Italia; in terzo luogo perché l’operazione su Commerz presenta molte criticità e potrebbe non andare in porto, lasciando Orcel, dopo tanti annunci, con un pugno di mosche in mano".  
Quindi?
 "Unicredit ha la possibilità di fare entrambe le operazioni, magari con tempistiche diluite nel tempo (quindi prima Banco Bpm ed in un secondo tempo Commerz), e di diventare la prima banca realmente pan-europea". 
Unicredit come potrebbe utilizzare il capitale in alternativa?
 "La risposta è semplice: potrebbe aumentare il credito e conquistare quote di mercato, sia in Italia che in Germania con HypoVereinsbank. Se non lo fa è perché non c’è la domanda e perché preferisce mantenere una elevata qualità dell’attivo. In alternativa potrebbe aumentare la distribuzione dei dividendi o il buyback, ma già adesso restituisce agli azionisti oltre il 10% del capitale all’anno e francamente ci sembra già un livello più che generoso". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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