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Borsa, Europa in rosso: brilla la Difesa e giù le banche

(Adnkronos) – Giornata negativa per i listini europei, da Milano a Francoforte, da Parigi a Madrid. Piazza Affari ha lasciato sul terreno lo 0,39%. "Nessuna piazza si è salvata dalla correzione, che appare generalizzata ma priva di una motivazione forte", osserva all'Adnkronos Gabriel Debach, market analyst di eToro. L'ipotesi di semplici prese di profitto legate alle tensioni in Medio Oriente "non regge fino in fondo, soprattutto perché i mercati si erano dimostrati resilienti proprio nel pieno dell'escalation geopolitica e in un contesto di sostanziale stabilità per le materie prime (con oro e Brent invariati e gas Ttf addirittura in calo)", spiega Debach.  Sul fronte milanese il bilancio è severo, con appena nove titoli in territorio positivo. "Stellantis – dice l'analista – si è distinta per una reazione decisa dopo l’upgrade di Jefferies e la nuova partnership strategica con Invygo e Yelo per l’ingresso negli Emirati Arabi Uniti". Un passo coerente con la strategia di espansione 'Dare Forward 2030', "mirata a presidiare con forza Medio Oriente e Africa e a compensare la persistente fragilità del mercato auto europeo, confermata anche oggi dai dati Acea". Sul piano geopolitico, intanto, il summit della Nato nei Paesi Bassi ha rilanciato il settore difesa. "Le parole di Donald Trump, che ha ribadito il sostegno incondizionato degli Stati Uniti agli alleati, hanno prodotto un impegno storico: la spesa militare dell’Alleanza Atlantica salirà fino al 5% del Pil entro il 2035. Inevitabilmente ne beneficia Leonardo, che ha guadagnato terreno a Piazza Affari proprio su questa prospettiva di incremento degli investimenti militari", osserva l'analista.  Opposto invece l’effetto sul settore bancario europeo, penalizzato dalla pubblicazione dello stress test di S&P Global, secondo cui l'eventuale escalation della guerra commerciale con gli Usa potrebbe erodere significativamente i profitti degli istituti più esposti a settori sensibili, facendo temere agli investitori una nuova fase di fragilità del comparto. "Con la scadenza del 7 luglio alle porte, dice Debach, i mercati sembrano tornare a guardare in faccia la realtà dei dazi, dopo aver brindato troppo presto". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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