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Dazi e inflazione. I mercati in attesa delle mosse di Fed e Bce tra tensioni Usa-Cina

(Adnkronos) – I mercati finanziari stanno riprendendo fiducia, ma negli Stati Uniti resta alta la soglia di allerta. Dopo i dati sul lavoro, mercoledì arriveranno i dati sui prezzi al consumo e giovedì quelli della produzione. Sul futuro pesa la tariff inflation, l’inflazione legata ai dazi: “Il Beige Book (report pubblicato 8 volte l’anno sulla situazione economica) della Fed lo ha detto chiaramente: molte aziende intendono trasferire i costi sui consumatori entro tre mesi. La tariff inflation diventerà un tema centrale per i mercati. Il punto è capire quanto i nuovi dazi imposti dagli Usa stiano influenzando i prezzi”. Lo afferma Gabriel Debach, market analyst di eToro, intervistato da Adnkronos. Con l’indice S&P sopra i 6.000 punti “i mercati devono dimostrare che questo slancio ha la forza per proseguire”.  I dati sull’inflazione saranno decisivi anche per capire la prossima mossa della Federal Reserve: “Oggi i mercati prezzano un primo taglio dei tassi a settembre e forse un secondo già a dicembre. Un percorso modesto e molto più cauto rispetto alle prospettive di isolamento di un mese fa”. Nel frattempo oggi a Londra, le delegazioni di Stati Uniti e Cina si incontreranno per discutere di commercio, in un momento che Debach definisce di “tensione ancora palpabili”. Il meeting si tiene quattro giorni dopo la telefonata tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, conclusasi con un invito a visitare la Cina da parte del leader asiatico al tycoon. Il tono dell’incontro è “prudenzialmente ottimista, ma il margine per progressi concreti appare ristretto” afferma Debach. Al centro questioni delicate: “Dazi elevati, restrizioni su tecnologie avanzate e accesso a minerali critici. Nonostante una tregua temporanea concordata a Ginevra il mese scorso, le relazioni restano tese”. Un segnale forte è giunto dai dati: “A maggio le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono crollate del 34,5% su base annua, un calo che riporta indietro agli shock del 2020 – sottolinea l’esperto -. L’incontro di Londra rappresenta un tentativo di stabilizzare la situazione e trovare un terreno comune. Sebbene le aspettative siano moderate, qualsiasi progresso potrebbe comunque avere un impatto positivo sui mercati e sulle catene di approvvigionamento”. Occhi puntati anche al fronte tecnologico, con la nuova conference di Apple che giunge in un momento molto delicato: “Il titolo è in calo del 18% da inizio anno, e la pressione politica aumenta con l’ipotesi di dazi sugli Iphone e la concorrenza internazionale da Huawei a Xiaomi che si fa sempre più aggressiva”. L’intelligenza artificiale resta un punto debole per il colosso del tech. “Gli aggiornamenti di Siri – spiega l’analista – sono stati rimandati al 2026 e le banche di affari stanno iniziando a tagliare il rating sul titolo”. Nel frattempo Nvidia continua a essere protagonista, mentre Tesla “potrebbe annunciare già nei prossimi giorni il lancio del servizio di robotaxi ad Austin”. In Europa l’attenzione è tutta sui dati industriali: “Giovedì la Bce aggiornerà il wage tracker, un’importante indicatore per valutare le dinamiche salariali, mentre l’ecofin sarà impegnato su più fronti con interventi di Piero Cipollone, Philip R. Lane, Robert Holzmann e Luis De Guindos” sui temi della sostenibilità finanziaria e integrazione bancaria. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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