fbpx
26.5 C
Comune di Massa
mercoledì 27 Agosto 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Dazi, l’esperto: “Rinegoziare i contratti e ricollocare negli Stati Uniti, ecco cosa possono fare le aziende”

(Adnkronos) – Rinegoziazione dei contratti e ricollocazione strategica negli Stati Uniti. Ma anche ridefinizione dei modelli di business e delle strutture manageriali. Arrivano i dazi e le aziende studiano quali strategie mettere in campo per minimizzare i costi e i rischi. Ne parla in un'intervista all'Adnkronos Gabriel Monzon-Cortarelli, chair dell’International Practice Group di Becker Lawyers per l’Europa e l’America Latina. 
Avvocato, cosa pensa dell'accordo?
 "Il diavolo si nasconde nei dettagli: sarà fondamentale leggere attentamente le clausole dell’accordo commerciale Ue-Usa. L’intesa ha fissato un tetto massimo del 15% sulle tariffe statunitensi applicate ai prodotti dell’Ue, una soglia significativamente inferiore rispetto a quelle precedentemente proposte, che avevano quasi raggiunto il 25%, offrendo così un sollievo tariffario immediato. È inoltre previsto un trattamento speciale per prodotti strategici come aerei europei, prodotti chimici, farmaci e risorse naturali, nonché acciaio, alluminio e rame: per questi beni verranno mantenute tariffe differenziate ai livelli precedenti al mese di gennaio, con l’obiettivo di tutelare il ruolo degli Stati Uniti come attore essenziale nelle capacità difensive dell’Europa. In aggiunta, alcuni scambi commerciali saranno ulteriormente liberalizzati attraverso l’eliminazione dei dazi ridotti su beni industriali europei, la standardizzazione delle barriere non tariffarie e l’adozione di standard omogenei per i prodotti nei settori automobilistico e sanitario. Si stima che queste misure faranno risparmiare a consumatori e produttori europei circa 5 miliardi di euro. Infine, l’Ue si è anche impegnata ad acquistare prodotti energetici statunitensi – tra gas naturale, petrolio e altre fonti – per un valore di 700 miliardi di euro nei prossimi tre anni, con l’obiettivo di sostituire il gas e il petrolio russi nel mercato europeo. È previsto inoltre l’acquisto di chip per l’intelligenza artificiale per un valore di 40 miliardi di euro". 
Cosa significa tutto ciò per l’Italia?
 L'accordo commerciale Ue-Usa segna la fine di un'escalation commerciale tra queste due potenze, la cui imprevedibilità e i cui costi avrebbero potuto avere conseguenze concrete per il settore privato italiano. Dal punto di vista del settore pubblico, le nuove tariffe potrebbero richiedere l’adozione di una manovra correttiva da parte del governo, come suggerito dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. Tuttavia, i rischi economici per l’Italia devono ancora manifestarsi concretamente nell’ambito dei rapporti commerciali Ue-Usa, dal momento che le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono aumentate del 10,3% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni statunitensi in Italia sono salite del 45,7%. Nel complesso, l’attuale governo italiano considera la soglia tariffaria del 15% come sostenibile e preferibile rispetto a una possibile escalation commerciale". 
Chi verrà impattato?
 "In quanto terzo maggiore esportatore manifatturiero in Europa, l’Italia sentirà certamente gli effetti di queste tariffe sul proprio comparto industriale. Secondo quanto riportato da Macrobond/PSC Economics, il peso principale delle tariffe – pari al 53,2% – ricadrà sugli importatori statunitensi, il 29,1% sui consumatori americani e il 17,7% sugli esportatori europei. Secondo l’economista Carlo Alberto Carnevale Maffè, i margini di profitto degli esportatori italiani subiranno una riduzione pari a 1,7 miliardi di euro, senza considerare eventuali effetti di sostituzione. I settori dell’acciaio e dell’alluminio saranno i più colpiti, con una perdita stimata di margine di circa 66 milioni di dollari". 
A quali prodotti?
 "L’accordo prevede che la tariffa del 15% si applichi a una serie di prodotti italiani tra cui automobili e componenti, apparecchiature elettroniche, prodotti farmaceutici, macchinari industriali, prodotti chimici, plastica, gomma e metalli. Allo stesso tempo, viene mantenuta una politica di tariffe zero reciproche per alcune categorie considerate strategiche, come i prodotti chimici essenziali, i prodotti agricoli non sensibili, le materie prime critiche, gli aeromobili e le relative parti di ricambio, nonché le risorse naturali. Tuttavia, acciaio, alcol e carne non sono ancora menzionati nell’accordo e restano oggetto di negoziato, così come una possibile tariffa sull’utilizzo di internet". 
Possibili impatti economici, qualche stima?
 "Le esportazioni italiane di auto e componenti verso gli Stati Uniti sono attese subire un impatto tariffario stimato in 1,5 miliardi di dollari, mentre gli ordini di macchinari italiani potrebbero registrare un calo del 3% nel 2025. Le principali preoccupazioni per quanto riguarda l’export farmaceutico italiano risiedono nel rischio di una perdita di competitività, secondo quanto evidenziato da Farmindustria. Anche la meccanica di precisione italiana, spesso sinonimo di qualità, potrebbe essere penalizzata a causa dell’aumento dei costi, secondo Confindustria Meccanica Varia. I prodotti chimici italiani saranno colpiti in misura diversa a seconda del loro utilizzo: i prodotti chimici speciali risulteranno esenti, mentre quelli di base saranno soggetti ai nuovi dazi. Infine, anche il settore del legno e dell’arredo italiano rischia una perdita di competitività: secondo Assarredo, le esportazioni verso il mercato statunitense potrebbero subire un calo compreso tra il 10% e il 20%. Settori come acciaio, rame e alluminio continueranno invece a essere soggetti all’attuale tariffa del 50%, almeno fino a quando non saranno concluse le prossime fasi negoziali". 
Spunti pratici su come le aziende italiane possano orientarsi e trasformare in opportunità il nuovo accordo commerciale Ue-Usa. Che fare?
 "Nel nuovo scenario tariffario, molti business plan stanno venendo completamente stravolti. Gli stakeholder cercheranno con urgenza fiducia e chiarezza nei vertici aziendali. Considerando che le tariffe rappresentano uno dei pilastri degli obiettivi internazionali del Presidente Trump, è lecito aspettarsi che resteranno in vigore per un certo periodo di tempo. Per questo motivo, le proiezioni finanziarie e i piani industriali devono ormai considerare l’impatto delle tariffe sui margini come un dato di fatto". 
E questa è la premessa, in pratica?
 "Tra i fattori essenziali da includere in questa pianificazione c’è la necessità di un ripensamento del modello di business, con una maggiore presenza manifatturiera negli Stati Uniti. Ciò comporta un’analisi dettagliata dell’esposizione della catena di approvvigionamento alle nuove tariffe, della capacità di assorbimento dei costi aggiuntivi, degli eventuali adeguamenti dei prezzi, della disponibilità di fornitori alternativi in aree, mercati o settori non soggetti a tariffe, nonché delle reazioni di clienti e concorrenti. Un punto di forza del mercato italiano è il marchio "Made in Italy", che rappresenta una delle principali difese contro l’impatto negativo delle tariffe. In questo contesto, preservare la qualità e il design dei prodotti italiani è fondamentale per la sopravvivenza stessa delle imprese e dei brand". 
Azioni nel breve e nel lungo periodo?
 "Sul piano delle azioni a breve termine, la diversificazione della supply chain, la rinegoziazione dei contratti, la revisione delle strategie di pricing e la riformulazione dei prodotti possono offrire soluzioni immediate. A medio-lungo termine, sarà invece necessario formare nuove figure manageriali abituate a operare in questo nuovo scenario, valutare un’eventuale rilocalizzazione strategica negli Stati Uniti e aumentare l’occupazione locale con lavoratori americani. Il coinvolgimento delle istituzioni, attraverso gruppi di settore e associazioni di categoria, potrà inoltre rivelarsi uno strumento utile per avviare un cambiamento strutturale in grado di aggirare questi ostacoli nel lungo periodo. Infine, è opportuno considerare con attenzione la diversificazione delle partnership commerciali oltre l’Europa, esplorando in modo strategico mercati alternativi come il Mercosur, l’India, gli Stati del Golfo, il Sud-est asiatico e l’Africa". (di Andrea Persili) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Comune di Massa
nubi sparse
26.5 ° C
26.5 °
26 °
78 %
0.9kmh
40 %
Mer
27 °
Gio
27 °
Ven
25 °
Sab
25 °
Dom
24 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS