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Export agroalimentare a quota 69 mld nonostante i dazi. Prandini: “In questi mesi più export verso Usa”

(Adnkronos) – Nel 2024 è stato raggiunto il record storico di 69,1 miliardi di export agroalimentare Made in Italy e l’obiettivo per il 2030 è raggiungere i 100 miliardi. Ma attenzione alle questioni geopolitiche: “Europa e Stati Uniti non hanno nessuna necessità di dover penalizzare le proprie economie”. E sulla possibilità di contro dazi, il parere è negativo: “Sarebbe un controsenso rispetto a quello che stiamo chiedendo agli Usa”. Lo dice all’Adnkronos il presidente della Coldiretti nazionale, Ettore Prandini.
 Le misure messe in campo dall’amministrazione statunitense post Liberation Day “non ci hanno penalizzato economicamente, ma hanno creato preoccupazione e spostato quelle certezze che noi avevamo”. Dopo la decisione del posticipo delle tariffe di 90 giorni, prossima scadenza il 9 luglio, “c'è stato l'effetto contrario: gli importatori hanno preferito avvantaggiarsi e cercare di immagazzinare prodotto laddove la tassazione non fosse stata ancora attuata. Quindi in questi mesi noi sul mercato statunitense stiamo esportando di più” sottolinea il presidente. Il dato è incoraggiante: +6% su tutto il mercato a livello globale. “Una bella dimostrazione che l'agroalimentare e l'agricoltura possono essere quell'asse strategico che vede una crescita in termini di valore economico, occupazionale e sociale per l’Italia”.
 Prandini si è poi detto “assolutamente favorevole” alla possibilità di un apertura del mercato agricolo americano verso l’Europa, con una sola richiesta: “L'unica cosa che noi chiediamo è la reciprocità per quanto riguarda le filiere agroalimentari, quindi che le regole imposte alle nostre imprese devono valere anche quando noi importiamo. Ad esempio, la carne che è stata sottoposta a un utilizzo di ormoni, dove in alcune filiere negli Stati Uniti è permesso, in Europa non può essere commercializzata. Ci auguriamo anche che ci sia una strategia che ci possa portare a far crescere e a dare risposte chiare a quelli che sono i bisogni delle nostre imprese e dei nostri cittadini, invece che una penalizzazione”. Le economie statunitensi, europea e italiana “hanno tutto l'interesse nel condurre un percorso di vicinanza e di comunione” sottolinea il numero uno di Coldiretti. A influire sui dati dell’export potrebbe essere la questione “italian sounding”, quel fenomeno che consiste nell’utilizzo di nomi e marchi che evocano l'Italia per promuovere e vendere prodotti soprattutto alimentari, che in realtà con il Bel Paese non hanno nulla a che fare. “Oggi noi occupiamo una fascia medio-alta nel mercato americano, rispetto alle disponibilità dei consumatori” spiega Prandini. Con l’introduzione delle tariffe “ci andremo ad affrancare solo in una fascia altissima, e questo aprirebbe uno spazio a quei prodotti che richiamano l'italianità, ma italiani non sono. Il mercato statunitense, su un valore complessivo dell'italian sounding a livello globale di 120 miliardi, ne occupa 40. È il primo mercato, purtroppo, che falsifica i nostri prodotti”.  Su una possibile risposta dell’Unione Europea con dei contro-dazi alle tariffe applicate dal tycoon Trump, il presidente della Coldiretti si è detto contrario “perché sarebbe un non senso rispetto a quello che stiamo chiedendo agli Stati Uniti. È esattamente il gioco di chi ci vuole dividere, invece di chi vuole cercare di ritornare al buon senso, perché è quello che ci deve appartenere”. L’auspicio di Prandini è che, se i numeri futuri del settore vedranno una conferma, “l’agricoltura possa essere un traino per tutto il sistema produttivo italiano ed europeo”. In merito alle politiche dell’Unione Europea "ci auguriamo che non si crei un meccanismo per la realizzazione di un fondo unico che tagli le risorse all'agricoltura e all'agroalimentare per quanto riguarda la politica agricola comune. Questo non solo andrebbe a penalizzare il nostro settore, ma creerebbe una distonia rispetto a quello che stanno facendo tutti gli altri paesi a livello globale, dove sull'agroalimentare e l'agricoltura stanno investendo molto di più rispetto a quello che l'Europa fa”. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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