(Adnkronos) – Presentato a Napoli da Srm il dodicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, intitolato quest’anno “Protezionismo e dazi: impatti su shipping globale e modelli portuali. Il Mediterraneo al centro degli scenari tra intermodalità e sostenibilità”. Il Rapporto 2025 – realizzato nell'ambito del Partenariato Esteso “NEST – Network 4 Energy Sustainable Transition”- si è focalizzato su argomenti di forte attualità. I temi sono stati analizzati da un punto di vista geopolitico e operativo, con particolare attenzione ai porti italiani che hanno importanti volumi di merci provenienti e dirette verso gli Usa e le rotte del Far East e Middle East. Analisti provenienti da Cina, Egitto, Germania e Spagna hanno realizzato saggi su transizione energetica, carbon neutrality e alternative fuels. Ulteriori approfondimenti sono poi stati realizzati sul tema complesso del trasporto intermodale mare-ferro, anche attraverso casi studio sui porti di Genova, Trieste e La Spezia: tre eccellenze del Paese che si distinguono per rilevanti quote di traffico gestite con questa modalità di trasporto. Hanno aperto i lavori i saluti del Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro e del Presidente di SRM, Paolo Scudieri. Qui sotto in sintesi i principali punti del rapporto: Previsioni positive il commercio via mare globale è aumentato del 2,1% nel 2024, raggiungendo 12,6 miliardi di tonnellate e crescerà in un range tra lo 0,2% nel 2025 e +1,5% nel 2026. La situazione di incertezza dell’economia globale, a causa di guerre e dazi, non ferma la crescita.
Mediterraneo mantiene centralità: i 25 principali porti del Mediterraneo hanno movimentato lo scorso anno 62 milioni di TEU, con una crescita del 5,1%. Le tensioni geopolitiche hanno ridisegnato la geografia dei traffici, incentivando le rotazioni per il Capo di Buona Speranza.
Italia protagonista nello Short Sea Shipping: il traffico marittimo a corto raggio, ha registrato nel Mediterraneo il dato più alto di sempre con quasi 628 milioni di tonnellate movimentate a livello europeo. L’Italia è leader nel corto raggio, con 302 milioni di tonnellate, prima in Europa.
Canale di Suez: tra gennaio e maggio 2025 i transiti medi giornalieri attraverso Suez si sono ridotti del 18% in volume rispetto al 2024 e del 70% rispetto al 2023. Tuttavia, nota positiva, si registra una ripresa dei passaggi attraverso Suez da parte di alcune compagnie di navigazione.
Dalla globalizzazione alla regionalizzazione:
le crisi geopolitiche e l’applicazione dei dazi spingono gli importatori a riorganizzare le catene di approvvigionamento. Il calo degli scambi commerciali fra Usa e Cina innescherà una significativa deviazione del trade: crescono le rotte regionali.
La via della Seta e la via del Cotone: il timore del disaccoppiamento delle principali economie mondiali spinge la ricerca di vie alternative di transito. Gli Usa promuovono il corridoio Imec, o Via del Cotone, che dall’India raggiunge il Mediterraneo attraverso la penisola arabica, alternativa alla cinese Via della Seta. Si stima che questo corridoio possa intercettare fino a 170-200 miliardi di euro di interscambio commerciale da e verso l’Unione Europea.
Cambiano gli assetti commerciali: la Cina ha perso la sua posizione di primo esportatore negli Usa nel 2023, ponendo fine a un primato durato 17 anni. Negli ultimi 10 anni l’import cinese dagli Usa è diminuito del 9%. Gli Usa nel 2024 hanno importato principalmente dal Messico. I porti sempre più hub energetici: gli scali marittimi diventano cruciali per il mercato energetico, terminali di pipeline e centri di produzione di rinnovabili. Gli armatori investono sempre più nei carburanti alternativi: la scelta principale è il GNL con il 36,8%, ma aumenta la quota del metanolo.
Italia tra le economie più aperte del mondo:
è il Paese con una delle più alte incidenze del rapporto export + import/Pil (54,3% nel 2024). Gli Usa rappresentano il nostro primo partner commerciale nell’export con 37,4 miliardi e il secondo mercato di import, dopo la Cina, con 10,6 miliardi.
La resilienza dei porti italiani:
I nostri scali hanno movimentato 481 milioni di tonnellate di merci (+0,7%). A performare è stato principalmente il mercato dei container con 11,7 milioni di TEU (+6,5%) Le alleanze dei grandi Carriers container hanno tutte confermato i porti italiani nei loro servizi. Investimenti in intermodalità e modelli green per crescere: per rafforzare la competitività dei porti italiani e attrarre nuovi traffici serve continuare a investire: nel DEF 2025 sono indicati progetti per 12,5 miliardi di euro. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)