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Giorno della Memoria, a Pisa inaugurata via Giusti tra le Nazioni

Cambia denominazione via D'Achiardi. Sindaco Conti: "Importante sotto profilo morale ed etico. Pisa porta con sé onta di essere sede firma leggi razziali. D'Achiardi rettore responsabile espulsione studenti e docenti ebrei da Università". Mazzeo: "Pisa ha finalmente fatto i conti con la storia"

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PISA – Giorno della Memoria, a Pisa inaugurata via Giusti tra le Nazioni.

Giorno della Memoria, a Pisa nell’area verde intitolata a Raffaello Menasci la cerimonia del cambio di denominazione da via Giovanni D’Achiardi a via Giusti tra le Nazioni.

Michele Conti, sindaco: “Un cambiamento che non è una questione solo nominalistica ma importante sotto il profilo etico e morale e, direi, storico per la nostra comunità cittadina.  Un messaggio destinato a essere colto dalle nuove generazioni che vivranno a Pisa. Come abbiamo detto in altre occasioni pubbliche, la nostra città, porta con sé l’onta di essere stata la sede, nel 1938, della firma delle leggi razziali, a causa del fatto che qui il re amava passare lunghi periodi.

Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana, presente alla cerimonia a Pisa: “Ci sono volute quasi 25mila firme e tre delibere del Senato Accademico di Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale Superiore. Però Pisa ha finalmente fatto i conti con la storia. Non ci sarà più nessuna via intitolata a Giovanni D’Achiardi, il rettore dell’Università di Pisa che si rese responsabile dell’espulsione degli studenti e dei docenti ebrei dell’ateneo pisano. Da oggi diventerà Via Giusti tra le Nazioni. Non è solo una scelta simbolica, oggi finalmente si sana quello che era uno schiaffo alla storia e ai valori di una città come la nostra”.

Giorno della Memoria, a Pisa via Giusti tra le Nazioni
Giorno della Memoria, a Pisa via Giusti tra le Nazioni (Foto Fb Antonio Mazzeo)

Conti: “Per Pisa è un giorno importante. Un giorno nel quale non si fa solo una cerimonia di commemorazione o di ricordo. Ma un giorno nel quale, come disse la senatrice Liliana Segre nella nostra città in occasione della cerimonia di scuse degli Atenei italiani, si “interviene nella storia”. Oggi, infatti, si partecipa tutti a far accadere qualcosa di nuovo che cambia rispetto a quanto c’era prima”.

Poi Conti: “Bene fece bene il nostro Ateneo, nel 2018, per gli 80 anni dalla promulgazione di quelle leggi, a organizzare una giornata di studi per chiedere perdono a nome di tutti gli atenei d’Italia. La colpa del mondo universitario, così come di gran parte degli italiani in quegli anni, fu sostanzialmente il silenzio di fronte a quel che stava accadendo. Il silenzio nel vedere tanti italiani, di religione ebraica, perdere il lavoro. Il silenzio nel non vedere più i ragazzi frequentare le scuole di ogni ordine e grado. Infine, il silenzio nel non vederli più in giro per le strade delle loro città. Sappiamo come andarono le cose.

E, per fortuna, abbiamo anche saputo con il tempo, che furono molti, in silenzio, a compiere atti eroici per mettere in salvo tanti di quei cittadini ebrei. Anche se furono migliaia a finire nei campi di concentramento e altrettanti a fuggire dal nostro Paese”.

Prosegue il sindaco: “In anni recenti, il Comune di Pisa ha provveduto a intitolare proprio questa area a verde al ricordo di Raffaello Menasci. A intitolare alla giovane Anna Frank la rotonda sull’Aurelia, porta d’ingresso nel parco di San Rossore, dove vennero fisicamente firmate dal sovrano le suddette leggi. Abbiamo fatto incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani al tema, al ricordo, alla conoscenza dell’Olocausto, all’incontro con i testimoni. Nel 2020 oltre mille ragazzi ebbero modo di ascoltare le parole di Tatiana Bucci, nostra cittadina onoraria dal 2013. Così come, è nostra cittadina onoraria la stessa Liliana Segre, riconoscimento votato nel 2019 all’unanimità dal Consiglio comunale, senza distinzioni tra i differenti schieramenti politici presenti”.

Quindi Conti: “Pisa dimostra da tempo attenzione e affetto verso i testimoni di quella tragica pagina che fu la Shoah e non manca al proprio dovere di trasferire alle giovani generazioni la memoria di quel che accadde perché non si ripeta mai più.

Intendiamo sanare un’altra ferita aperta. Chiudere una pagina della nostra storia per aprirne un’altra. Negli ultimi anni, sul una via intitolata a D’Achiardi sono state spese molte parole, raccolte firme, il Consiglio Comunale con le proprie sensibilità si è confrontato sull’argomento. Poi, lo scorso anno, decidemmo di far approvare in giunta un atto per cambiare finalmente nome alla strada intitolata al rettore dell’Università di Pisa che si rese responsabile dell’espulsione di studenti e docenti ebrei dell’Ateneo Pisano.

Via D’Achiardi era stata lì dagli anni ’60, e forse si era spenta la memoria della sua figura, tanto che i Sindaci che mi hanno preceduto non avevano mai pensato a cambiarne la denominazione”.

Sottolinea Conti: “In questo senso va riconosciuto il merito ad alcuni cittadini, Davide Guadagni, Michele Emdin, Michele Battini, di avere promosso un’iniziativa popolare e una raccolta di firme che hanno sollevato il velo della memoria e fatto prendere coscienza a tutti che un cambiamento era necessario. Giovanni D’Achiardi ricoprì molti ruoli di potere e da Rettore dell’Ateneo pisano, nel 1938, fu particolarmente ligio nell’applicare quelle leggi razziali volute dal fascismo per cacciare studenti e docenti dal nostro Ateneo. Il dibattito pubblico che ne è seguito ha aperto così a tutti gli occhi sul fatto che quel nome non fosse più degno di onorare la toponomastica cittadina.

Lo scorso anno abbiamo intitolato questa area verde alla memoria di Raffaello Menasci, uno dei docenti pisani vittime di quella scelta, deportato, insieme alla sua famiglia, nel campo di sterminio di Auschwitz, e morto a Varsavia il 29 febbraio 1944. Qui abbiamo piantato un melograno, che nella cultura ebraica rappresenta i valori di onestà, correttezza e giustizia.

Da qui parte la strada che da oggi si chiama via Giusti tra le Nazioni. Proprio per ricordare chi, al contrario di D’Achiardi, durante quel buio periodo, contribuì alla salvezza di uomini e donne che avevano l’unica colpa di essere di religione ebraica. Una stele realizzata dall’artista pisano Andrea D’Aurizio ne racconterà la storia. Nel nostro piccolo anche noi facciamo succedere qualcosa che cambia. Non solo memoria e racconto ma un fatto che incide nel corso della storia e lascia un segno imperituro. Che rimedia a una ingiustizia, ci distingue e ci impegna per il futuro, coinvolgendo le future generazioni, affinché certi fatti non accadano mai più».

Alla cerimonia, introdotta dagli inni italiano e europeo cantati dal coro dell’Istituto comprensivo “Fibonacci”, presenti il sindaco di Pisa, Michele Conti. Il viceprefetto vicario, Laura Motolese. Il Rettore  dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi. Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. Il presidente della Provincia di Pisa, Massimiliano Angori. Il presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Andrea Gottfried, il presidente dell’ANPI sezione di Pisa, Bruno Possenti. Il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Bargagna, e il vicepresidente del Consiglio comunale di Pisa, Antonietta Scognamiglio. Al termine della cerimonia è stato presentato il bozzetto della stele lapidea a ricordo del cambio di nome della strada che verrà posizionata nell’area verde, a cura dell’artista Andrea D’Aurizio.

 

© Riproduzione riservata

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