EMPOLI – Empoli in festa, capolavoro Nicola: “Giocatori nella storia società”.
Empoli in festa dopo la salvezza conquistata al ’93 con il gol di Niang in un Castellani tutto esaurito per Empoli-Roma, in tribuna anche il ct della Nazionale Spalletti. Un Castellani che ha festeggiato con una grande invasione di campo, sindaca Barnini compresa, e i fuochi d’artificio l’ennesima impresa salvezza di Davide Nicola. E di una società capitanata dal presidente Fabrizio Corsi, presidente dal 1991, di un gruppo di giocatori capitanati da Sebastiano Luperto che non hanno mai smesso di credere alla possibilità di farcela a rimanere in serie A. Hanno lottato punto su punto.
Poi il gran finale, la serie A arrivata al ’93 con Niang, dopo il vantaggio quasi pronti via con Cancellieri e il pareggio nel recupero del primo tempo con Aouar.
Ed Empoli è in festa. Una cittadina che non è capoluogo di provincia, con nemmeno 50mila abitanti in festa per la conquistata quarta stagione consecutiva in serie A. Mai nella storia della società Empoli quattro campionati di fila nella massima divisione.
E Davide Nicola è l’eroe sportivo. Colui che ancora una volta nella sua carriera compie la sua mission impossibile. Una salvezza quasi impossibile. Ma chi arriva all’ultimo minuto.
“Questo gruppo di ragazzi è nella storia dell’Empoli. Mai nessuno aveva permesso nella storia dell’Empoli di fare un altro campionato serie A. Noi ce l’abbiamo fatta. Sono felice e orgoglioso per i miei ragazzi. Questa è stata una salvezza la più difficile. 36 punti per salvarsi erano anni che non accadeva. Questa è la salvezza che mi ha reso felice per molte altre persone, più per loro che per me stesso. A partire dall’espressione di amore che ha avuto la nostra gente. Ci hanno dato una carica emotiva in più. Sono felice per i ragazzi e la società, pur consapevole che anche altri avrebbero meritato la salvezza”.
Poi Nicola: “Sono felice per i giocatori che in 18 partite mi hanno dimostrato di aver un rendimento molto elevato. Se vedete le squadre che abbiamo incontrato erano tutte toste perché erano nel pieno della forma o perché erano scontri diretti. Sono molto contento per la società che non conoscevo per non averci mai lavorato. Ho trovato professionisti esemplari. Qui si rispetta la metodologia dell’allenato. Dobbiamo riconoscere che non è sempre possibile ribaltare un percorso, ma possiamo cambiarne il finale”re e c’è costante fiducia. Una società che è un modello da studiare nel panorama italiano. Una realtà con servizi grande squadra ma che mantiene umiltà. Fare trentasei punti non era facile, poteva toccare a noi essere retrocessi.
“Noi siamo programmati per pensare negativo. Questo è quello che ci è salvato, forse, ma un atleta non può pensare in negativo. Non ti fa accettare il rischio, probabilmente in fondo noi sapevamo che avremmo potuto farcela come no. Accettandolo non abbiamo mai smesso di crederci. Per fare imprese devi rischiare, il nostro volercela fare è stato fondamentale. Dedico questa salvezza al mio ex collaboratore Rossano Berti, che è mancato un mese e mezzo fa”