(Adnkronos) – L'ennesima fitta e poi la scelta di ritirarsi, chiudendo la sua avventura agli Internazionali d'Italia. Ci ha provato fino all'ultimo, Matteo Berrettini. All'inizio del secondo set, però, il tennista romano ha realizzato che andare avanti nel match contro Casper Ruud non era possibile. Ma che tipo di infortunio è quello che lo ha costretto a lasciare il campo e che percorso lo aspetta? "Con dispiacere ho appreso dell'infortunio di Berrettini agli Internazionali di Roma, che ha purtroppo costretto il campione romano al ritiro. Da quanto appreso sembrerebbe una problematica della muscolatura addominale. Diversamente da quanto si possa immaginare, gli infortuni della muscolatura addominale sono comuni nei tennisti", spiega all'Adnkronos Salute il medico fisiatra Andrea Bernetti, segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa). La tempistica di recupero "dipende dal grado di lesione, può variare da 15 giorni ad alcune settimane", precisa l'esperto. Berrettini ha accennato al dolore spiegando che il suo timore era anche che, se ieri fosse andato avanti a giocare, avrebbe rischiato di dover poi stare fermo 3 mesi e fare un "salto per il dolore a ogni starnuto", come riportato dai media. Questi infortuni, illustra Bernetti, "sono causati principalmente da un sovraccarico eccentrico (muscolo che si contrae allungandosi), seguito da una contrazione concentrica (in accorciamento) forzata dello stesso muscolo. Questo movimento mette sotto stress la muscolatura addominale, specialmente il retto addominale controlaterale al braccio dominante. Infatti, il servizio nel tennis è un movimento molto complesso che richiede una grande attivazione dei muscoli addominali per trasferire energia dal basso verso l'alto. La diagnosi di questi infortuni si basa sull'esame clinico, sulla storia dell'infortunio e, se necessario, su esami di imaging come l'ecografia o la risonanza magnetica, per valutare la gravità della lesione e fornire anche informazioni di carattere prognostico relative al rientro in campo". Come si recupera? "Generalmente – approfondisce Bernetti – il programma di riabilitazione, che deve essere individualizzato e multimodale, si svolge in alcune fasi: dal controllo del dolore e dell'infiammazione al recupero completo della forza e della funzionalità, con un'enfasi particolare sul potenziamento eccentrico e pliometrico. Molto utile può essere il ricorso alle terapie fisiche strumentali, come ad esempio laserterapia, ultrasuonoterapia, elettroterapia antalgica, sistemi induttivi. Tuttavia, è bene considerare le potenziali controindicazioni di tali strumenti, e in generale delle terapie eseguite, che devono sempre essere prescritte dal medico specialista di riferimento. La riabilitazione mira inoltre a prevenire le recidive, frequenti in questo tipo di problematiche. Da questo punto di vista può essere utile anche una valutazione biomeccanica del gesto atletico, anche attraverso sistemi di analisi strumentale del movimento, per valutare eventuali correzioni dello stesso ed evitare nuovi infortuni". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Berrettini, nuovo infortunio a Internazionali di Roma: cos’è, l’analisi del medico fisiatra
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