(Adnkronos) – Con i primi caldi torna l'allarme zanzare e per le malattie di cui sono vettori, ad esempio la Dengue. Dal 1 gennaio al 3 dicembre 2024, data di ultimo aggiornamento della dashboard dell'Istituto superiore di sanità per i casi segnalati lo scorso anno, al sistema di sorveglianza nazionale risultano 693 casi confermati di Dengue (213 autoctoni e 480 importanti), 7 di Zika Virus, 15 di Chikungunya, 50 di infezione neuro-invasiva-Tbe e 90 casi confermati di Toscana Virus. "Sento ancora parlare molti della ricchezza della biodiversità all'interno delle nostre città, ma non vorrei che questo atteggiamento diventasse la scusa per le amministrazioni comunali per non fare il loro dovere che è quello di tenere le aree verdi puliti, l'eba falciata per bene e fare la disinfestazioni contro le zanzare. Oggi questi insetti trasmettono malattie che possono essere anche molto gravi e i primi caldi di maggio-giugno sono i giorni in cui le zanzare depongono le uova. E' quindi il momento di agire con la disinfestazione che in Italia non viene fatta perché mancano i fondi e la lungimiranza di lavorare sulla prevenzione". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. "Credo che i comuni devono rendersi conto che si deve lavorare su questo fronte, sarà anche questo un anno di zanzare e di Dengue – rimarca l'infettivologo – Il rischio è che diventi endemica e ci arriveremo perché la zanzara tigre è ormai anche in Italia e poi ci sono i casi importati che aumentano con i viaggi nei paesi dove la Dengue è endemica, vedi il Sud America. Ognuno deve fare la sua parte i sindaci e i cittadini". E' proprio nei mesi di maggio e giugno che le amministrazioni delle città dovrebbero far partire le disinfestazione in vista dell'estate. A Fano, che lo scorso anno ha avuto il focolaio di casi Dengue di maggiori dimensioni con oltre 130 casi, il comune ha emanato una ordinanza dove sono definite una serie di misure obbligatorie "finalizzate a prevenire e controllare la diffusione di malattie trasmesse da insetti vettori, in particolare dalla zanzara tigre (Aedes albopictus) e dalla zanzara comune (Culex pipiens)". L’ordinanza si rivolge a tutti i cittadini, enti pubblici e soggetti privati, proprietari o utilizzatori di aree all’aperto, affinché "adottino comportamenti virtuosi finalizzati a prevenire la formazione ed alla eliminazione dei focolai larvali come: evitare l’accumulo di acqua piovana, mantenere puliti cortili e giardini, trattare regolarmente tombini, vasche, fontane o altri punti critici con prodotti larvicidi adeguati. Particolare attenzione – si legge nel documento – è richiesta anche nei cimiteri, nei vivai, nei cantieri e nello svolgimento di peculiari attività nelle quali l’accumulo d’acqua può essere frequente e difficilmente gestibile". Lo scorso anno a metà marzo il ministero della Salute aveva varato la circolare sulla Dengue sulla scia dei focolai epidemici in Sud America, soprattutto in Brasile. Una situazione che anche per il 2025 non è diversa: dall'inizio del 2025, il Brasile ha registrato oltre un milione di casi di dengue, con un bilancio di 668 vittime confermate. Numeri inferiori allo stesso periodo del 2024, quando il Paese sud americano aveva registrato 4 milioni di contagi e 3.809 vittime. "Più che i parchi pubblici" che andrebbero "tenuti puliti sempre, a prescindere dalla presenza di insetti", dobbiamo "far attenzione a terrazzi, tombini e cimiteri: sono questi infatti i luoghi preferiti dalle zanzare per deporre le uova e riprodursi", afferma all'Adnkronos Salute Augusto Scirocchi, esperto in zanzare e specializzato in Entomologia medica. Maggio e giugno sono i mesi più adatti "per le campagne di prevenzione contro la zanzare tigre", attraverso "insetticidi biologici o più tossici, a seconda della situazione" per "uccidere le uova prima che si schiudano" ed "evitare così la proliferazione delle zanzare che possono diventare vettori di infezioni" come la Dengue, nota come la 'febbre spaccaossa'. Tuttavia, "alla zanzare tigre piacciono le piccole raccolte d'acqua nei sottovasi di piante in giardini e terrazzi privati. Fondamentale è la collaborazione dei cittadini ai quali si chiede di tenere pulite le aree verdi, di mettere i larvicidi nelle caditoie private e di non accumulare acqua, neppure nei sottovasi". L'Aedes aegypti è considerato il vettore principale della Dengue, ma anche Aedes albopictus (la cosiddetta 'zanzara tigre'), sebbene meno competente, è in grado di trasmettere l'infezione. A differenza della "zanzara comune 'culex pipiens' che si sviluppa anche in acque molto inquinate come la marana – fa notare Scirocchi – la zanzare tigre preferisce piccole raccolte d'acqua pulita, come appunto i nostri sottovasi, dove le loro uova resistono anche quando l'acqua si prosciuga a causa del caldo. Se si ribagna la pianta e si accumula acqua nel sottovaso ecco che le larve tornano a svilupparsi e nascono le zanzare". Ma oltre ai privati cittadini, anche i singoli Comuni "devono fare la loro parte", avverte l'esperto. "Il Comune di Roma, ad esempio, dovrebbe pulire le caditoie, trattare tutti i tombini con insetticidi ad hoc. Nella Capitale ci sono tombini storici che nessuno controlla da anni", conclude. L'Iss mette a disposizione le risposte alle domande più frequenti. Posso capire di aver contratto il virus Dengue dai sintomi? "Sebbene in alcuni casi determina delle conseguenze cliniche molto gravi, l’infezione da virus dengue può presentarsi in forma asintomatica o con sintomi lievi e/o molto aspecifici (febbre accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle). Quindi – rispondono gli esperti Iss – è necessario un esame di laboratorio specifico (isolamento/molecolare/antigenico/sierologico con evidenza di siero conversione o neutralizzazione) per confermare una infezione". Quando devo fare il test? "Se si è rientrati da un viaggio in un paese in cui il virus è endemico e si hanno sintomi compatibili con l’infezione; Se si è in un’area in cui c’è stato un caso confermato del virus e si hanno sintomi compatibili con l’infezione; se si viene individuati come contatto stretto di un caso confermato nel corso delle indagini epidemiologiche, anche in assenza di sintomi", chiarisce l'Iss. Cosa rischia chi viene infettato? Ci sono cure o vaccini? "Il periodo di incubazione va dai 3 ai 14 giorni mentre il periodo medio di incubazione è di 4-7 giorni – ricorda l'Iss – L’ infezione può essere asintomatica in più del 50% dei casi o caratterizzata da una malattia febbrile moderata, la febbre da dengue , fino ad arrivare, in circa il 5% dei casi sintomatici, alle forme più gravi. Il tasso di mortalità può infatti variare da meno dell’1% fino a circa il 10-15 % nelle forme gravi. Pur rappresentando un’intensa area di ricerca scientifica e sperimentazione, non è disponibile una terapia antivirale specifica autorizzata, ovvero in grado di inibire la replicazione di Denv nell’individuo infetto. La cura dei malati sia nelle forme lievi che in quelle più severe, si basa quindi su terapie sintomatiche e di supporto. Per quanto riguarda la prevenzione, a livello globale, "sono a oggi disponibili sul mercato, dopo molti anni di ricerche, sperimentazioni e trial clinici, due vaccini tetravalenti formulati con virus vivi attenuati, i cui nomi commerciali sono Dengvaxia* e Qdenga*; solo quest’ultimo è commercializzato in Italia e viene utilizzato nell’ambito della medicina dei viaggi (per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata)", conclude l'Iss. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dengue, in Italia quasi 700 casi in 2024. Torna allarme zanzare, Bassetti: “Momento di agire”
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