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martedì 6 Maggio 2025
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Padova, in 1 anno trapiantati 12 pazienti con cancro raro al fegato

(Adnkronos) – Hanno tra i 40 e i 70 anni, "ma in prevalenza sono giovani adulti" i 12 pazienti affetti da un tumore raro del fegato – il colangiocarcinoma – che da fine febbraio 2024 ad oggi, in tutta Italia, "sono stati sottoposti al trapianto di fegato grazie ai nostri protocolli Lirica e Litalhica creati in collaborazione con la nostra Oncologia – lo Iov, Istituto oncologico veneto – e il Centro nazionale trapianti. L'ultimo intervento, prima di Pasqua, è stato eseguito proprio a Padova su una donna di 49 anni a cui è stato trapiantato il fegato di un'anziana di 99 anni. Da allora stanno tutti bene, non hanno avuto recidive e sono tornati a condurre una vita normale. E pensare che fino a un anno fa per questi pazienti non c'era speranza, molti morivano nel giro di 12 mesi, senza la chirurgia. Dover loro comunicare questa sentenza di morte era il momento più difficile". Lo afferma Enrico Gringeri, vice-responsabile dell'Uoc di Chirurgia epatobiliopancreatica e dei Trapianti di fegato dell'Azienda Ospedale-Università di Padova, diretta da Umberto Cillo, che con l'Adnkronos Salute ripercorre le tappe di questi ultimi 12 mesi.  A differenza di chi soffre di cirrosi epatica, "le persone con colangiocarcinoma stanno bene in salute, non hanno disturbi fino a quando un giorno, all'improvviso, guardandosi allo specchio notano di avere un colorito 'giallo' insolito – spiega Gringeri – Da quel momento per loro inizia un calvario, non sanno a quale specialista e centro rivolgersi. Da qui l'idea di realizzare la Fondazione colangiocarcinoma, il cui scopo è guidare il paziente dal momento della diagnosi a quello della presa in carico in un centro specializzato".  Tornando al trapianto di fegato per questi 12 pazienti, "che sono davvero tanti – fa notare il chirurgo – i vari interventi sono stati resi possibili grazie ad alcuni farmaci come l'immunoterapia che, bloccando la progressione della malattia, hanno di fatto aperto la strada al trapianto per questi pazienti. Un risultato impensabile fino a un anno fa perché per i pazienti con colangiocarcinoma intraepatico il trapianto di fegato non era indicato. Oggi, con il protocollo Lirica, i pazienti non modificano il loro programma di chemioterapia, fino al trapianto". Per ora "è prematuro fare bilanci – tiene a precisare Gringeri – ma le proiezioni ci dicono che i risultati del trapianto di fegato su questa tipologia di pazienti potrebbero offrire una sopravvivenza stimata, dal momento del trapianto, del 65% a 5 anni: in altre parole 6 su 10 potrebbero guarire con il trapianto, se la malattia rimanesse stabile dopo la chemioterapia".  Oltre alla chirurgia, evidenzia il chirurgo, questi pazienti "hanno bisogno di essere guidati in tutto il loro percorso diagnostico-terapeutico, fatto anche di viaggi per spostarsi da una città all'altra o da una regione all'altra qualora sia necessario. La loro è una malattia rara che in pochi conoscono – rimarca Gringeri – Ecco perché entro maggio vedrà la luce la Fondazione colangiocarcinoma, per accendere i riflettori su questo tumore raro che sempre di più colpisce i giovani di 40 anni. La Fondazione creerà una rete e avrà una sede in ogni regione con un Cup – Centro unico di prenotazioni nazionale per prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici. I fegati da trapiantare ci sono, i protocolli anche: bisogna investire di più sui trapianti per pazienti oncologici". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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