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Ilaria Salis in catene, l’indignazione che scuote il silenzio dell’Europa.
C’è voluto papà Roberto per scuotere l’Europa. Stanno facendo il giro del mondo le immagini di Ilaria Salis, cittadina italiana ed europea, in catene in un’aula giudiziaria di Budapest, in un’Ungheria che fa parte della Ue. Immagini che indignano.
E nelle immagini di una donna incatenata mani e piedi, con le caviglie strette da ceppi tenuti con lucchetti, portata in aula con una catena a mo’ di guinzaglio, circondata da agenti in tenuta antisommossa, non può far a meno di colpire il sorriso di Ilaria Salis. Un sorriso che stride con le catene, con il suo essere così dimessa anche negli abiti trascurati, con uno sguardo quasi assente.
All’improvviso l’Europa si è accorta di Ilaria Salis, insegnante italiana detenuta in Ungheria. Con il clamore mediatico delle immagini di una donna in catene. Lunedì 4 febbraio 2024 la plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo discuterà della situazione dei detenuti nelle carceri ungheresi, “incluso il caso di Ilaria Salis”. Sono previste dichiarazioni della Commissione e un giro di interventi dei gruppi politici. Non è prevista risoluzione.
ll ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani terrà un’informativa urgente del Governo sulla vicenda di Ilaria Salis 8 febbraio alle 10.30 alla Camera dei Deputati e alle 12.30 al Senato della Repubblica.
Mentre l’altro vicepremier, il leader della Lega Matteo Salvini, tiene molto a sottolineare “Ilaria Salis è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista: in caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla”.
Tajani giovedì 1 febbraio ospite di Restart a Raitre: “Salvini ha detto per onestà che il trattamento di Salis in Ungheria non è consono, poi è un errore trasformare una vicenda giudiziaria in vicenda politica. Il governo si preoccupa per il rispetto dei diritti, noi siamo garantisti e cerchiamo di far rispettare il diritto comunitario per la tutela dei cittadini italiani”.
La premier Meloni ha incontrato il premier ungherese Orban, il quale ha dichiarato: “Ho fornito a Meloni tutti i dettagli del caso Ilaria Salis. Ho chiarito che nel sistema ungherese la magistratura non dipende dal governo ma dal parlamento. Il sistema giudiziario è totalmente indipendente dal governo. L’unica cosa che sono legittimato a fare è fornire i dettagli del suo trattamento in prigione ed esercitare un’influenza affinché abbia un equo trattamento. Tutti i diritti sono garantiti. Ha potuto fare delle telefonate e non è stata isolata dal mondo”.
Ilaria Salis è detenuta da circa un anno a Budapest. Accusata di presunta aggressione ad estremisti di destra. E se le catene che la imprigionano sono quanto mostrato al mondo intero, chissà come deve essere, verrebbe da pensare, quello che al mondo intero non si mostra. Hanno aperto la cella gli ungheresi a Budapest dopo le immagini dell’insegnante italiana in catene, per mostrare che le condizioni detentive sono, così hanno dichiarato, nel totale rispetto dei diritti umani. Immagini mostrate dal Tg1 mercoledì 31 gennaio sera.
Già.
Matteo Renzi scrive giovedì 1 febbraio in Enews: “”Ilaria Salis è una cittadina italiana detenuta in Ungheria da più di un anno (sic!) per una presunta rissa con dei naziskin. Le ragioni e le condizioni della sua detenzione sono assurde e violano le norme dello Stato di diritto. Il Governo italiano sa tutto da mesi ma non ha mosso un dito. Adesso che questo caso diplomatico è diventato mediatico, ecco solo adesso la Meloni interviene. Finché era roba da politici o diplomatici, nessuno ha detto niente a Orban per non far arrabbiare il principale alleato che questo Governo ha in Europa. Ministri e sottosegretari fischiettavano, senza approfondire le lettere della detenuta che raccontano una detenzione totalmente in contrasto con le regole europee. Poi è diventato argomento mediatico e allora gli influencer di Chigi si sono mossi perché temono di perdere il consenso”
A metà gennaio 2024 Amnesty International Italia, informa, “ha scritto alla presidente del Consiglio Meloni, al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Tajani, al ministro della Giustizia Nordio e, per conoscenza, all’ambasciatore italiano in Ungheria Jacoangeli sollevando una serie di preoccupazioni riguardo alla situazione di Ilaria Salis, in detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Budapest da febbraio 2023″.
Come si legge nel sito web di Amnesty International Italia “L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le condizioni degradanti in cui è detenuta Ilaria Salis, riferite dai suoi familiari e dai suoi legali, e ha evidenziato come la mancanza di traduzione di una parte degli atti processuali e di accesso ai video depositati come prove incriminanti violino il diritto, internazionalmente riconosciuto, a un processo equo.
Nella lettera al governo, Amnesty International Italia ricorda come i legali di Ilaria Salis abbiano ripetutamente presentato istanza per chiedere che le misure cautelari fossero svolte nello stato di residenza dell’imputata, in ottemperanza alla Decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio: tali richieste, mai sostenute dall’ambasciata italiana a Budapest, sono state respinte dalla magistratura ungherese”.