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Giorno della Memoria, a Livorno nuove pietre d’inciampo

In memoria di Liliana Archivolti ed Elena Giulia Della Torre deportate e assassinate ad Auschwitz. Comunità di Sant'Egidio con Comune, Comunità Ebraica, Istoreco

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LIVORNO – Giorno della Memoria, a Livorno nuove pietre d’inciampo

Giorno della Memoria, ci sono due nuove pietre d’inciampo a Livorno. Sono installate in via Fagiuoli 5 di fronte alla casa in cui abitavano Liliana Archivolti, maestra dell’orfanotrofio israelita di Livorno, e sua madre Elena Giulia Della Torre.
Liliana ed Elena vennero deportate ad Auschwitz il 16 maggio 1944 e non fecero mai più ritorno.

Iniziativa organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, in compartecipazione con il Comune di Livorno, sindaco Luca Salvetti, insieme alla Comunità Ebraica, alla Diocesi e Istoreco per celebrare il Giorno della Memoria della Shoah, ricorrenza internazionale istituita e fissata ogni 27 gennaio dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel  2005 per ricordare l’anniversario della liberazione dei campi di sterminio nazisti e la fine dell’Olocausto.

Giorno della Memoria, a Livorno venti pietre d'inciampo
Giorno della Memoria, a Livorno venti pietre d’inciampo (Foto Fb Sant’Egidio Livorno)

La Comunità di sant’Egidio ricorda che tra la fine del dicembre ’43 e del gennaio del ’44, si consumò  la deportazione degli ebrei livornesi. Furono arrestati nelle loro case, per lo più del centro storico. Nei luoghi di sfollamento in cui avevano trovato rifugio dopo bombardamenti disastrosi del maggio e del giugno ’43. Tra gli altri a Gabbro, Guasticce, nella montagna pistoiese.I convogli partirono da Fossoli per Auschwitz.

Solo pochissimi  livornesi fecero ritorno. La contabilità della morte dice che furono centinaia gli ebrei livornesi che non tornarono più dalla Germania.

A Livorno sono 20 le pietre di inciampo collocate grazie alle ricerche compiute dalla Comunità di Sant’Egidio.

Sabato 27 gennaio alle ore 17 a Livorno a un anno esatto dalla mostra allestita a Villa Trossi, annuncia il Comune di Livorno, con disegni e documenti della prigionia di Luciano Castelli, si presenta il volume ‘Marabù. Taccuino della prigionia’ che per la prima volta pubblica quei materiali.

Edito da Valigie Rosse (Livorno), il libro è presentato da Francesca Castelli, figlia di Luciano, e da Antonella Capitanio autrice del testo del volume dove è riprodotto il taccuino già esposto a Villa Trossi oltre ad altri disegni di Luciano Castelli (Livorno, 1921-2006).

 

© Riproduzione riservata

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