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Manganelli contro studenti a Pisa, Piantedosi: “Contatto fisico con minorenni sconfitta”

Ministro Interno riferisce a Camera Deputati: "A Pisa manifestazione in totale violazione di legge. Cariche per incolumità agenti. Contusi 11 minorenni e due funzionari Polizia. Denunciate 4 persone con precedenti. Verifiche verranno svolte con rigore e trasparenza. Nessun disegno Governo per reprimere dissenso politico"

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Manganelli contro studenti a Pisa, Piantedosi: “Contatto fisico con minorenni sconfitta”.

Matteo Piantedosi, ministro Interno, riferisce alla Camera dei Deputati giovedì 29 febbraio dopo i fatti di Pisa. Con studenti manganellati da agenti di Polizia. Immagini che hanno fatto il giro del web.

E con la presa di posizione del presidente della Repubblica Mattarella: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Piantedosi alla Camera dei Deputati: ‘La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me. Come ho già avuto occasione di dire, siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento”.

”Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”.

 

Poi Piantedosi: ”Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto”.

”La gestione dell’ordine pubblico è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa. Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle forze di polizia, presidio delle istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati”.

‘Il ministro Interno: ‘In merito alla manifestazione di Pisa va preliminarmente evidenziato che, in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla Questura. Ma che la stessa manifestazione, sia dal Collettivo Universitario Autonomo di area antagonista che dal movimento politico Cambiare Rotta Pisa, era stata pubblicizzata sul web come una giornata di sciopero per la Palestina. Con concentramento dei partecipanti in Piazza Dante e verosimile prosieguo con un corteo nel centro cittadino”.

“La questura di Pisa avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”.

Prosegue Piantedosi: ”Sul posto in occasione della manifestazione, personale della questura ha preso contatti con esponenti del citato Collettivo universitario e di Spazio Antagonista Newroz, anch’essi lì presenti. Ai quali, ancora senza alcun esito, venivano nuovamente chieste indicazioni sulle modalità dell’iniziativa per consentirne un regolare svolgimento in condizioni di piena sicurezza. Personale della Digos, una volta partito il corteo, invitava più volte i manifestanti, e nello specifico gli aderenti al Collettivo Universitario Autonomo, a dare indicazioni sul percorso e a non procedere verso piazza dei Cavalieri. Dove non sarebbe stato consentito il transito per evitare il possibile prosieguo verso obiettivi sensibili tra cui Piazza dei Miracoli, per la quale in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica era stata valutata l’interdizione alle manifestazioni”.

“A Pisa ‘i manifestanti, nonostante ogni tentativo di interlocuzione, hanno rifiutato di fornire indicazioni e si sono mossi in corteo, esibendo uno striscione con la scritta ‘Scioperiamo per la Palestina–contro la complicità di scuole e università’, per poi raggiungere uno degli accessi a Piazza dei Cavalieri, dove era stato schierato, a scopo dissuasivo, un contingente del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Nell’occasione, le forze di polizia hanno intimato ai manifestanti di fermarsi, ribadendo ancora una volta, senza alcun risultato, la richiesta di fornire indicazioni sul percorso.

Il corteo continuava, invece, ad avanzare, costringendo il cordone delle Forze di polizia, in un primo momento, a indietreggiare di diversi metri per evitare scontri, fino ad arrivare a contatto con un mezzo posizionato per impedire l’accesso a Piazza dei Cavalieri. Per circa dieci minuti, il personale ha tenuto ferma la posizione, utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi”.

Illustra Piantedosi: ”In tale fase una decina di manifestanti superava la barriera, raggiungendo le spalle dello schieramento degli operatori in servizio. Venivano, pertanto, bloccati dal personale delle Forze di polizia e condotti nell’adiacente Piazza dei Cavalieri. Tra questi, una nota esponente antagonista. Atteso il perdurare della forte pressione, sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti. Per garantire l’incolumità degli operatori, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti. Durante l’azione è stata fatta intervenire sul posto un’ambulanza che ha provveduto a trasportare al pronto soccorso una manifestante”.

”Al termine della carica di alleggerimento la situazione si è normalizzata e i manifestanti si sono diretti, sempre in corteo, verso il Polo della memoria S. Rossore dell’Università di Pisa, per sciogliersi al termine di un’assemblea”.

Negli scontri di Pisa, rendiconta Piantedosi, ”sono rimasti contusi 17 manifestanti, di cui 11 minorenni, e 2 funzionari della Polizia di Stato’‘.

”L’attività investigativa avviata nell’immediatezza ha consentito di deferire in stato di libertà quattro persone per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e per violazione dell’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si tratta di maggiorenni, tutti con precedenti per reati attinenti all’ordine pubblico”

Quindi Piantedosi: ”Come ho già detto e come è stato chiarito fin dal primo giorno, sono in corso verifiche da parte del Dipartimento della Pubblica sicurezza sullo svolgimento degli eventi, verifiche che verranno svolte con rigore e trasparenza”. 

”In un clima di piena collaborazione tra polizia e inquirenti, sono anche in corso indagini da parte della magistratura che faranno piena luce su quello che è accaduto, anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, compreso il materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante le manifestazioni, secondo una prassi consolidata, adottata per garantire la massima trasparenza delle attività svolte in ogni circostanza”.

Piantedosi: “I dati sulle manifestazioni svolte smentiscono in maniera inequivocabile una presunta strategia di contrazione della libertà di espressione in Italia”.

“Va fermamente respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del Governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico. Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell’ordine pubblico. Da sempre, a prescindere dal colore politico dell’Esecutivo in carica, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità, indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all’applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori”.

”Come detto, siamo di fronte a episodi specifici in corso di valutazione e, lo ribadisco, non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico. Peraltro, come è stato pubblicamente ricordato da più parti, negli scorsi anni, e con Governi di orientamento politico diverso dall’attuale, sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti talvolta ancor più gravi. I responsabili della sicurezza agiscono sulla base di valutazioni operative fatte sul campo, sullo scenario che si presenta di volta in volta, e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico. Nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come obiettivo prioritario e missione fondamentale che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dalle motivazioni e dai contenuti delle iniziative”.

‘Colgo l’occasione per un ulteriore chiarimento volto a dissipare ricostruzioni fantasiose circa asseriti inasprimenti delle attività di Polizia. Rispetto a chi ha voluto collegare il tema della gestione delle manifestazioni di piazza a quello delle identificazioni operate dalle Forze di polizia, osservo che l’aumento di quest’ultima attività, evidenziato da alcuni organi di stampa, è avvenuto soprattutto per effetto del rafforzamento del controllo del territorio e delle operazioni cosiddette ad alto impatto. Si tratta di attività, invocate e apprezzate dai cittadini e concordate con gli amministratori locali, che hanno restituito risultati tangibili in termini di aumento della percezione di sicurezza in contesti di particolare criticità, quali le stazioni ferroviarie, i luoghi della mala movida e le piazze di spaccio”.

”Il compito delle forze di polizia, nei complessi scenari in cui sono chiamate ad operare, va sostenuto con fiducia e senza pregiudizi, garantendo loro, specie nei servizi di ordine pubblico, la possibilità di operare con la necessaria serenità, condizione imprescindibile per gestire i rischi legati a contesti particolarmente impegnativi”.

”Il rischio di incidenti e di scontri è pari a zero se i manifestanti non pongono in essere comportamenti pericolosi o violenti, rispettando le regole. Il rispetto delle regole, infatti, agevola il dialogo tra gli organizzatori e gli uffici delle questure, in modo che ogni evento possa svolgersi senza fraintendimenti forieri di possibili tensioni. D’altro canto, è anche utile a prevenire possibili tentativi di infiltrazione da parte di soggetti di area antagonista o estremista che, come dimostra l’esperienza storicamente maturata sul campo, possono arrivare a condizionare fortemente le modalità della protesta, facendo, non di rado, uso della violenza e cercando, in tali occasioni, spazi di visibilità. È un rischio assolutamente da scongiurare ancor di più nelle iniziative alle quali partecipano ragazzi di giovane età”.

”Rivolgo, inoltre, un sentito ringraziamento, a nome di tutti gli appartenenti alle forze di polizia, al presidente della Repubblica per la solidarietà espressa agli agenti della Polizia di Stato che ieri, a Torino, mentre svolgevano un servizio connesso al rimpatrio di un immigrato, pluricondannato per gravissimi reati, sono stati vittime di una violenta aggressione da parte di un nutrito gruppo di anarchici. Lo ringrazio anche per aver ribadito, sia a me che al Capo della polizia, la piena fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia di Stato”.

”Abbiamo di fronte un periodo caratterizzato da crisi internazionali, problematiche socioeconomiche e impegni elettorali che potrà vedere l’accentuarsi dei livelli di conflittualità. Per questo, auspico che vi sia da parte di tutte le forze politiche una comune volontà di abbassare i toni, senza mai rinunciare alla dialettica democratica”.

”Non dobbiamo dimenticare la capacità delle nostre istituzioni, e di tutte le forze politiche, di attingere a una riserva di saggezza e di equilibrio nell’interesse generale dei cittadini, dimostrata, anche nei momenti più difficili della nostra storia repubblicana, in presenza di forti contrapposizioni ideologiche o di rilevanti tensioni sociali. Con l’avvicendarsi delle maggioranze alla guida della Nazione, anche di segno differente, non è mai venuta meno l’esigenza di scongiurare l’esasperazione del conflitto sociale. Ciò al preciso scopo di evitare che un tasso eccessivo di rissosità potesse dare spazio a forme di deviazione del confronto politico dal suo naturale alveo democratico. Questa esigenza, il Governo in carica l’ha fermamente presente e continuerà ad agire affinché sia condivisa a tutti i livelli istituzionali e di responsabilità, garantendo sempre l’esercizio delle libertà costituzionali’.

”Quel che ha evidenza sul piano investigativo, è che, a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e della risposta israeliana, ha avuto luogo sull’intero territorio nazionale, come ho detto, un’ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all’area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione. In questo ambito, è stato, inoltre, riscontrato un crescente fermento tra le componenti studentesche di area antagonista, impegnate non soltanto nelle consuete tematiche d’interesse, ma anche su altri versanti, tra i quali, appunto, la causa palestinese. Di recente l’attività di monitoraggio di tali dinamiche ha consentito di evidenziare un clima di crescente aggressività proiettata nei confronti delle forze dell’ordine, sia proprio allo scopo di essere attrattiva nell’attuale scenario, che di provocare reazioni da parte di chi è deputato alla gestione dell’ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la piazza e le istituzioni”

 

Piantedosi: ”Nel 2023 nel corso delle manifestazioni pubbliche si sono avuti 120 feriti tra gli operatori e 64 feriti tra i manifestanti. La gestione dell’ordine pubblico è materia non solo delicata e complessa, ma anche particolarmente impegnativa. Basti pensare che, nel corso del 2023, sono state 11.219 le manifestazioni di spiccato interesse per l’ordine pubblico, con 969.770 operatori di polizia impegnati. Dal primo gennaio di quest’anno, sono state 2.538 le manifestazioni con 150.388 operatori impegnati, e solo nell’1,5 per cento dei casi si sono registrate criticità o turbative di ordine pubblico. Inoltre, a seguito del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente aumentato.

Dal 7 ottobre scorso, su tutto il territorio nazionale, si sono svolte 1.076 iniziative connesse alla crisi in Medio Oriente e soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticità. Senza voler sottovalutare in alcun modo la modesta entità del dato sulle criticità verificatesi, credo che la stragrande maggioranza delle manifestazioni, svolte in piena sicurezza e con la massima libertà di espressione del pensiero, valga a certificare non solo l’impegno delle Forze di Polizia, ma anche la loro efficienza e professionalità”.

”Voglio anche ricordare che, in molti Paesi europei, non tutte le manifestazioni vengono permesse, mentre in Italia, il Governo, fin dall’inizio del conflitto israelo-palestinese, ha garantito la piena libertà di manifestare a tutte le parti, non opponendo mai divieti e sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di mezzi e uomini impiegati per garantire la sicurezza”.

© Riproduzione riservata

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