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Nuovo Ospedale di Prato, Santo Stefano festeggia i suoi primi dieci anni

PRATO – Nuovo Ospedale di Prato, Santo Stefano festeggia i suoi primi dieci anni.
Il Nuovo Ospedale Santo Stefano di Prato ha festeggiato i suoi primi dieci anni.
Ospedale in cui sono iniziati i lavori per l’ampliamento.
Settimana di iniziative per il compleanno con testimonianze e focus delle tante realtà in ambito sanitario, associativo, istituzionale, aziendale, che hanno fatto la storia e rappresentano l’attualità dell’ospedale.  Tutto il programma.
Alcuni numeri. Un totale di 85.714 accessi al Pronto Soccorso lo scorso anno e già 45.566 quelli registrati nei primi sei mesi del 2023. Dati che mettono in luce quanto il Pronto Soccorso pratese sia un punto di riferimento non solo per la cittadinanza di Prato ma anche per i vicini comuni di Montale, Agliana, Quarrata, Calenzano, Campi Bisenzio.
Raddoppiano quasi gli interventi chirurgici nel 2022 (11.870) rispetto ai 6.500 del primo anno di attività del Nuovo Ospedale a cavallo tra ottobre 2013 e ottobre 2024. E nei primi sei mesi del 2023 si tocca già quota 6.990 sempre per gli interventi chirurgici.
Crescono di +2mila anche i ricoveri ordinari (23.446 nel 2022 contro i 21.400 del primo anno di attività).
Una festa di compleanno anche ripercorrendo la strada fatta da quel 12 ottobre 2013, giorno dell’arrivo dell’ultimo paziente dalla vecchia alla nuova sede ospedaliera. E le varie tappe che hanno portato l’ospedale a quello che è oggi, con uno sguardo proiettato sulle novità per il futuro.
Maria Teresa Mechi, direttrice sanitaria del Nuovo Ospedale S. Stefano di Prato: “Un momento necessario per ringraziare tutti gli operatori dell’ospedale, un traguardo significativo al quale non si sarebbe arrivati senza la dedizione e la passione di ognuno di loro.
Presenti  il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Il sindaco di Prato Matteo Biffoni, ed il vicesindaco Simone Faggi. <il presidente della Provincia di Prato Simone Calamai.
Matteo Biffoni: “L’ospedale Santo Stefano in questi 10 anni ha accompagnato la nostra comunità in una sfida immensa, quella della gestione della pandemia. Ricordo perfettamente i momenti in cui alcuni ospedali italiani sono stati piegati dai contagi. E credo che, se il nostro ospedale ha permesso una gestione come quella che abbiamo visto, lo dobbiamo innanzitutto al personale, ma anche al fatto che era una struttura nuova che ha permesso di essere modulata per l’occorrenza. Certo, non mancano le criticità come il sottodimensionamento per il quale si sta lavorando con la realizzazione della nuova palazzina. Ma avere un Ospedale nuovo è una sicurezza per tutti.”.
Giani: “In dieci anni l’ospedale di Prato ha saputo adeguarsi e crescere. Il modello di sanità pubblica ed universalistica che la Toscana difende e promuove è fatta di ospedali moderni ed al passo con i tempi, capaci di erogare prestazioni di eccellenza a cui ha contributo anche il nosocomio di Prato. Ma accanto alle cure ospedaliere c’è la sanità territoriale. Una sanità diffusa dove prossimità e cure domiciliari, a vantaggio in prima battuta di fragili, cronici e anziani, sono le parole d’ordine per i prossimi anni. Potenziamento dei reparti e decentramento dei servizi non sono in contraddizione. Prato ha saputo farlo e questa è la strada che dobbiamo continuare a percorrere. Naturalmente per una sanità pubblica che sia equa ed universalistica occorre accrescere e non ridurre le risorse del fondo sanitario”.
Valerio Mari, direttore generale Azienda Usl Toscana Centro: “Un ospedale che è cresciuto e si è sviluppato in un’ottica di potenziamento dei singoli reparti, dell’attività ambulatoriale, grazie anche al decentramento di alcuni servizi che ha dato sempre più valore al territorio. Permettendo la gestione di molte patologie croniche senza bisogno di intervenire a livello emergenziale. E i dati di questo presidio ospedaliero ci ricordano l’importanza che riveste, non solo per la nostra Azienda, ma per tutta la Regione Toscana, dato che in numero di accessi è secondo solo all’Azienda Universitaria Ospedaliera Careggi”.
Claudio Sarti direttore della SOC Servizi ai Cittadini Prato e Pistoia: “Un pezzo di strada quello fatto dal Nuovo Ospedale S. Stefano di Prato che si inserisce nella storia secolare della spedalità pratese”.
Gianluca Gavazzi, direttore dell’Area Manutenzione e gestione investimenti Prato: “Il nuovo ospedale Santo Stefano di Prato è stato realizzato secondo il Project Financing. Uno strumento innovativo di finanziamento pubblico-privato che consente di coinvolgere soggetti e capitali privati nella realizzazione e gestione di opere pubbliche o di pubblica utilità. La consegna dei lavori è stata nel maggio 2010 con fine lavori nel marzo 2013. La “presa in consegna anticipata” è avvenuta nel settembre 2013 con inizio delle attività nell’ottobre dello stesso anno.
La struttura vanta 540 posti letto di degenza ordinaria, 17 sale operatorie, 40 posti tecnici per dialisi, 6 sale travaglio, 4 sale parto e 2 sale parto naturale. Un ospedale che cresce e vede nel suo futuro prossimo la realizzazione di una nuova palazzina che ospiterà oltre 100 posti letto e che sorgerà entro la primavera 2026 nell’area verde tra il parcheggio riservato ai dipendenti e la Palazzina dei Servizi”.
Lorena Paganelli direttrice SdS area pratese: “In questi dieci anni si è assistito ad uno sviluppo ulteriore delle professioni sanitarie. Interprofessionalità valore aggiunto in questa realtà” .
 
E in questi giorni è entrato in servizio il nuovo macchinario PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) di ultima generazione presso la Medicina Nucleare dell’Ospedale S. Stefano di Prato, diretta dal dottor Stelvio Sestini. Che  afferisce al Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’AUSL Toscana Centro diretto dal dottor Maurizio Bartolucci.
Sestini: “La nuova strumentazione, una delle migliori in Europa, consentirà di eseguire accertamenti diagnostici per la identificazione precoce della patologia tumorale, neuro-degenerativa cerebrale e infiammatoria/infettiva. Entrerà in funzione in maniera graduale in modo da consentire la formazione di tutto il personale. Dopo una fase preliminare di avvio dell’attività il numero di esami giornalieri  eseguiti incrementeranno gradualmente prevedendo di arrivare a regime verso metà novembre, con la determinazione di riattivare l’apertura serale per rendere massimale la produttività dell’apparecchiatura”.
Maurizio Bartolucci, direttore del Dipartimento della Diagnostica per immagini dell’AUSL TC: “Tra i processi principali portati avanti dalla Medicina Nucleare della AUSL Toscana Centro si evidenzia la possibilità di eseguire esami diagnostici di ultima generazione come la PET PSMA per i tumori della prostata e la PET DOTATOC per i tumori neuroendocrini. L’aggiornamento tecnologico della SOC di Medicina Nucleare prevede, oltre la sostituzione della PET, l’implementazione del nuovo e sofisticato macchinario SPECT (Single Photon Emission Computed Tomography). Tali innovazioni, in associazione alla presenza della Radiofarmacia di classe D e alla prospettata attivazione della Terapia Radiometabolica, consentiranno alla SOC di  Medicina Nucleare di essere centro all’avanguardia del settore”.
—EconomiaCINZIA GORLA

© Riproduzione riservata

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