VAGLI DI SOTTO – Un commiato al vetriolo. L’uscita di scena del direttore del parco regionale delle Alpi Apuane, Riccardo Gaddi, è accompagnata da una durissima polemica sollevata dall’organizzazione di volontariato Apuane Libere. Al centro della contestazione c’è l’autorizzazione a riaprire siti estrattivi fermi da decenni.
L’associazione ecologista punta il dito contro la Pronuncia di compatibilità ambientale firmata il 19 dicembre scorso. L’atto dà il via libera alla riattivazione delle cave Suspiglionica e Prunelli Piastrina, nel comune di Vagli di Sotto. Si tratta di ferite nella montagna che si erano ormai rimarginate: erano inattive e rinaturalizzate da cinquant’anni. Secondo il presidente di Apuane Libere, Gianluca Briccolani, la pratica è stata sbrigata in appena dieci mesi, “senza considerare il devastante impatto visivo”. “Le nuove cave, infatti – dicono dall’associazione – sorgeranno in un’area di alto pregio, ben visibile dall’Eremo di San Viviano e dalla storica Via Vandelli, su cui il presidente del Parco Andrea Tagliasacchi ha puntato molto per il rilancio del turismo lento”
Gli ambientalisti non risparmiano critiche alla Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara. L’accusa è di aver fatto scattare il meccanismo del silenzio-assenso. “Hanno fatto trascorrere sessanta giorni senza esprimersi”, tuona l’associazione, chiamando in causa direttamente la soprintendente Angela Acordon. Per Apuane Libere, l’assenza alle conferenze dei servizi equivale a un via libera automatico alla distruzione del paesaggio.
La nota si chiude con lo sguardo al 2026. L’auspicio degli ecologisti è rivolto alla nuova direttrice in arrivo, descritta come figura locale e, si spera, più imparziale. L’obiettivo di Apuane Libere resta quello di far rispettare le normative europee: entro il 2030, il ripristino degli ecosistemi degradati dovrà coprire almeno il 20 per cento delle aree terrestri. Una sfida che mal si concilia con nuove escavazioni.
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