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Bancarotta fraudolenta, 4 arresti. Coinvolte Pisa e Livorno.
Bancarotta fraudolenta, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno dato esecuzione a una ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di 4 soggetti. Coinvolte anche Pisa e Livorno. 22 indagati. Sequestrati beni per oltre 4 milioni. Indebita compensazione crediti d’imposta per oltre 2.5 milioni.
Coinvolto, illustra GdF con un comunicato, “soggetto di primario spessore criminale, esponente di spicco di ‘Cosa Nostra, già condannato a seguito della nota operazione ‘Duomo Connection’ degli anni ’90.
Per quanto riguarda le quattro misure cautelari, 2 persone sottoposte alla custodia in carcere e 2 destinatarie degli arresti domiciliari, Decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per oltre 4 milioni di euro.
Eseguite 20 perquisizioni personali e locali tra le Province di Milano, Pavia, Pisa, Varese, Treviso, Livorno e Catanzaro attraverso l’impiego di oltre 70 militari e di unità cinofile cash dog.
In particolare, le indagini, condotte dai finanzieri della Compagnia di Magenta su delega della Procura della Repubblica di Milano, “hanno consentito di disvelare un articolato sistema fraudolento pianificato e diretto da un avvocato abbiatense, con l’ausilio di professionisti e collaboratori solidali, tra cui un soggetto di primario spessore criminale, esponente di spicco di ‘Cosa Nostra’, già condannato a seguito della nota operazione ‘Duomo Connection’ degli anni ’90, e con il coinvolgimento di una pluralità di persone fisiche utilizzate come prestanome di imprese – alcune operanti nel settore edile-immobiliare, allo scopo di frodare il fisco, i creditori e consentire il riciclaggio di denaro di derivazione illecita”.
I 22 soggetti coinvolti, sottolinea GdF, sono indagati, a vario titolo, per i reati di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di crediti d’imposta per oltre 2.5 milioni di euro, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
L’operazione “testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo a presidio della legalità e della sicurezza economico-finanziaria del Paese, con particolare riferimento al contrasto alla criminalità organizzata e delle infiltrazioni di capitali illeciti nel circuito dell’economia legale”.