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Firenze e il verde urbano: quanto può salvare vite la vegetazione in città

FIRENZE – Aumentare gli spazi verdi nelle città non è solo una questione estetica: può davvero salvare vite. A dimostrarlo è il nuovo studio condotto nell’area metropolitana di Firenze, frutto della collaborazione tra Ars Toscana, l’Università di Firenze e la Fondazione per il Futuro delle Città. Per la prima volta, la ricerca ha stimato su scala locale l’impatto del verde urbano sulla salute dei cittadini, quantificando i decessi che potrebbero essere evitati grazie a un incremento della vegetazione.

Oggi oltre il 70% degli europei vive in contesti urbani, dove l’inquinamento, il rumore e il caldo eccessivo influenzano la qualità della vita. Parchi, alberi e giardini riducono questi effetti, favoriscono l’attività fisica e la socialità, e contribuiscono a diminuire malattie respiratorie, cardiovascolari e obesità. Benefici importanti si registrano anche sulla salute mentale, con cali di stress, ansia e depressione. L’Oms raccomanda almeno 0,5 ettari di verde entro 300 metri dalle abitazioni.

Lo studio ha analizzato gli otto comuni dell’area metropolitana di Firenze: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa, per un totale di 452 chilometri quadrati e oltre 3mila sezioni censuarie. Il verde urbano è stato misurato tramite l’Nnvi, un indicatore satellitare della densità vegetativa che va da valori negativi (acqua) a 1 (foreste e boschi). I ricercatori hanno poi stimato i decessi evitabili nella popolazione over 35, tenendo conto anche delle differenze socio-economiche tra le zone.

A livello metodologico, la deprivazione socio-economica è stata considerata tramite un indice multidimensionale che combina istruzione, disoccupazione, tipo di abitazione, affollamento e struttura familiare. I dati sulla mortalità, suddivisi per età e sesso, sono stati forniti da ISTAT e adattati alle singole sezioni di censimento. Attraverso un approccio di Health Impact Assessment, lo studio ha calcolato il numero di vite che potrebbero essere salvate con diversi scenari di incremento del verde urbano, basandosi su funzioni concentrazione-risposta derivate dalla letteratura scientifica internazionale.

I risultati sono chiari: raggiungendo un Nndi minimo di 0,5 si potrebbero evitare circa 335 decessi all’anno, mentre un verde più intenso, con Ndvi                 pari a 0,7, potrebbe salvare 830 vite. Un incremento del 10% dell’indice comporterebbe 305 decessi evitabili, un aumento del 20% del verde porterebbe a 248 vite salvate, e il rispetto dello standard OMS, con almeno il 25% di verde entro 300 metri dalle abitazioni, comporterebbe 54 decessi in meno.

Nonostante alcuni limiti – tra cui la stima basata su studi internazionali e la difficoltà nel misurare l’accessibilità reale agli spazi verdi – lo studio conferma che vivere in città più verdi è un fattore determinante per la salute pubblica. I dati individuano anche le aree fiorentine che trarrebbero maggior beneficio da nuovi parchi, alberi e giardini, offrendo indicazioni concrete per la pianificazione urbana.

I prossimi passi della ricerca punteranno a esplorare ulteriori impatti sulla salute respiratoria e cardiaca, sulla salute mentale e sui costi sanitari, con l’obiettivo di fornire informazioni strategiche ai decisori per costruire città più sane e resilienti. Lo studio, già presentato a convegni nazionali e internazionali, è in corso di pubblicazione su riviste scientifiche indicizzate, confermando l’importanza del verde urbano come strumento di prevenzione e benessere collettivo.

REDAZIONE

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