Il 28 novembre 2025 sarà una giornata di protesta su scala nazionale: la Confederazione unitaria di base (Cub) ha indetto uno sciopero generale che coinvolgerà tutti i settori, pubblici e privati, per l’intera giornata. L’iniziativa si propone di dare voce a un ampio spettro di rivendicazioni sociali, economiche e politiche, in un momento storico segnato da tensioni internazionali e politiche interne contestate.
Lo sciopero avrà modalità differenziate a seconda dei comparti: il personale ferroviario e autostradale inizierà la mobilitazione già la sera del 27 novembre, mentre i Vigili del Fuoco e il personale sanitario seguiranno orari specifici. Le prestazioni essenziali saranno comunque garantite, come previsto dalle normative vigenti.
Tra le motivazioni principali della protesta, la Cub evidenzia:
- Il sostegno alla causa palestinese, con la richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina e la condanna delle operazioni militari israeliane.
- La richiesta di un drastico ridimensionamento delle spese militari e la fine dell’invio di armi in scenari di guerra come Ucraina e Palestina.
- Investimenti strutturali in sanità, istruzione, trasporti pubblici e sicurezza sul lavoro, settori ritenuti fondamentali per il benessere collettivo.
- L’adeguamento dei salari e delle pensioni al costo della vita, con l’introduzione di un salario minimo di 12 euro l’ora e il ripristino del Reddito di cittadinanza.
- Un piano di edilizia pubblica che valorizzi il patrimonio immobiliare inutilizzato, destinandolo alle fasce sociali più fragili.
- Una transizione energetica basata su fonti rinnovabili, escludendo il ricorso al nucleare e ai rigassificatori.
La mobilitazione si oppone inoltre alla legge di bilancio 2026, accusata di favorire le spese belliche a discapito dei servizi pubblici, e denuncia le politiche di privatizzazione e subappalto che, secondo il sindacato, minano gli interessi collettivi.
Il segretario generale della Cub, Marcelo Amendola, invita lavoratori e cittadini a partecipare attivamente, sottolineando l’urgenza di un cambiamento radicale nelle politiche economiche e sociali del Paese.
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