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Latitanti massima pericolosità, report Criminalpol. Ruolo Toscana
Il report è stato presentato giovedì 8 febbraio 2024. Report del Gruppo per la ricerca di latitanti di massima pericolosità e latitanti pericolosi nel periodo 2019-2023.
Presentazione durante la riunione del Gruppo integrato interforze per la ricerca di latitanti presieduto dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza – direttore centrale della polizia criminale Raffaele Grassi e alla presenza del direttore del Servizio analisi criminale, Stefano Delfini e dei rappresentanti delle Forze di polizia e dell’intelligence.
Ed è pubblicato da giovedì 8 febbraio 2024 dal Ministero dell’Interno, ministro Piantedosi.
Dal 2019 al 2023 sono stati assicurati alla giustizia 7 latitanti di massima pericolosità e 48 pericolosi, come emerge dal report.
Il 77% dei latitanti pericolosi sono italiani. Il 35% di origine calabrese, il 32% di origine campana. Poi ci sono Piemonte, Puglia, Lazio.
E Toscana.
Toscana rispetto alla quale è recente il grido di allarme criminalità organizzata, con bel più 26% reati legati alla mafia nel giro di un anno, come evidenziato a fine gennaio dal presidente della Corte d’Appello di Firenze. E un quasi 54% in più per reati legati al terrorismo.
Piantedosi a metà gennaio ha annunciato l’arrivo dell’Esercito anche in Toscana, anche con presidio delle stazioni ferroviarie.
Il Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti Giirl, illustra il ministero Interno, ha il compito di raccogliere, analizzare e sintetizzare le informazioni sul grado di pericolosità dei soggetti e aggiornare i relativi elenchi. In particolare quello dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca e quello dei latitanti pericolosi.
Il Giirl è presieduto dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia Criminale, Raffaele Grassi, e composto dai rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale della Polizia Criminale, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nonché dell’A.I.S.I. e dell’A.I.S.E., con il supporto del Servizio Analisi Criminale.
L’organismo ha il compito di raccogliere, analizzare e sintetizzare le informazioni sul grado di pericolosità dei soggetti e aggiornare i relativi elenchi. In particolare quello dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca e quello dei latitanti pericolosi.
Nel settembre 2023, la composizione del Gruppo è stata integrata da un rappresentante della Polizia Penitenziaria “per arricchire di ulteriori notizie il quadro investigativo, soprattutto per quei soggetti che siano già stati detenuti”.
Nel report, sottolinea ministero Interno, è sintetizzata l’attività delle Forze di polizia, relativa al periodo 2019-2023, “nel corso del quale il Giirl ha provveduto a inserire negli elenchi 6 soggetti di massima pericolosità (3 affiliati alla ‘ndrangheta, 2 alla camorra e 1 all’area definita responsabili di “gravi delitti) e 58 pericolosi, comprese 12 donne (28 responsabili di “gravi delitti”, 15 appartenenti alla ‘ndrangheta, 10 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese e 1 a cosa nostra)”.
Attualmente, dopo gli arresti di Matteo Messina Denaro, Pasquale Bonavota, Francesco Pelle e Rocco Morabito, nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità sono presenti 3 soggetti: 1 appartenente alla camorra, Renato Cinquegranella, 1 responsabile di “gravi delitti”, Attilio Cubeddu, e 1 affiliato a cosa nostra, Giovanni Motisi.
Dal 1 gennaio 2024 a giovedì 8 febbraio 2024, rendiconta il report, sono stati assicurati alla giustizia 3 latitanti pericolosi: Deiana Andrea, responsabile di “gravi delitti”, arrestato il 12 gennaio a Città del Messico. Raduano Marco, appartenente alla criminalità pugliese, arrestato il 1 febbraio in Francia. Troiano Gianluigi affiliato alla criminalità pugliese, arrestato il 30 gennaio in Spagna.