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FIRENZE – Addio ad Antonio Paolucci, ministro e storico dell’arte.
Addio ad Antonio Paolucci, si è spento a Firenze all’età di 84 anni lo storico dell’arte, ministro per i Beni culturali nel governo Dini, già soprintendente per il Polo Museale Fiorentino e direttore dei Musei Vaticani.
Simone Verde, direttore Uffizi: “Ci ha lasciato un uomo di Stato ed uno dei più significativi studiosi italiani degli ultimi decenni, con doti di eloquio e scrittura impareggiabili e un naturale talento nel diffondere il sapere. Non solo: Antonio Paolucci possedeva la capacità di governare l’arte e il suo mondo, di soprintendere ai suoi delicatissimi equilibri. Da ministro e a capo dei Beni Culturali fiorentini è stato la guida, per tanti anni, del sistema della tutela, dunque la sua scomparsa è una perdita incolmabile. Le Gallerie degli Uffizi, che annoverano numerosi dipendenti cresciuti alla sua ombra, si stringono alla famiglia nel cordoglio. In suo onore, l‘Auditorium del museo dove tante volte ha incantato le persone con le sue parole, porterà il suo nome, mentre la sua eredità intellettuale sarà di scientifica ispirazione”.
“Uomo di straordinario valore civile e morale, dirigente dei più alti ranghi della tutela del patrimonio storico artistico e del restauro in Italia, Antonio Paolucci ha rappresentato una delle figure più nobili di un nuovo umanesimo. Con appassionato rigore ha governato e tutelato il museo diffuso italiano. Studioso del Rinascimento, saggista, curatore di numerosissime mostre internazionali, ha scritto per numerose testate giornalistiche ed è stato anche un riconosciuto e apprezzato divulgatore”. Così Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, ricorda Antonio Paolucci, di cui è stata collaboratrice ed è a lui succeduta come soprintendente speciale del Polo museale fiorentino.
Eugenio Giani, presidente Regione Toscana: “E’ morto un grande fiorentino, un uomo di cultura di livello nazionale e internazionale, che non dimenticheremo per quanto alto è stato il suo impegno culturale e politico. Una personalità unica, che affiancava all’amore per l’arte e alla raffinatezza intellettuale, un senso civico straordinario. Sono profondamente legato ad Antonio Paolucci. Lo ricordo fin dal momento in cui insieme abbiamo vissuto l’esperienza del Consiglio comunale a Firenze. Lui il massimo esperto di beni culturali, amante della bellezza e della sua salvaguardia. Proprio per le sue grandi capacità ebbe l’incarico, dopo essere stato per un breve e significativo periodo ministro dei Beni culturali, di direttore dei Musei Vaticani. Lo ricordo nelle nostre chiacchierate, nell’ammirazione che io provavo per lui, ma anche nella stima che mi manifestava quando organizzavamo insieme le mostre”.
Giani ha ricordato l’amore di Paolucci per i colli fiorentini, l’importanza di salvaguardarli. “Quando si sviluppò il dibattito sul piano regolatore Vittorini, nel 93, ricordo il suo intervento straordinario, quando si soffermò sulla bellezza dei colli. E quando si parlava degli interventi sul Mugnone, Paolucci volava alto, descivendoci in un discorso epico, quello che era il Mugnone delle novelle di Decamerone di Boccaccio. Alla famiglia giungano le condoglianze, mie personali e di tutta la Toscana”.
Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “Con la scomparsa di Antonio Paolucci la Toscana e Firenze perdono un uomo di grande cultura, un intellettuale e un vero uomo delle istituzioni. Studioso di livello internazionale e figura di riferimento per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico culturale a cui ha dedicato tutta la vita. Per anni ha dato lustro alla Toscana e a Firenze sia da ministro dei Beni culturali nel governo Dini, che nei diversi ruoli ricoperti, dalla soprintendenza per il Polo museale fiorentino fino alla direzione dei Beni culturali e paesaggistici della Toscana. Tra i tanti incarichi di prestigio anche la direzione dei Musei Vaticani. Fine intellettuale, voce critica e indipendente, ha amato Firenze e il Rinascimento a cui ha dedicato diversi libri e pubblicazioni”.
Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Antonio Paolucci, studioso e storico di primissimo piano, uomo delle istituzioni, intellettuale raffinato. Firenze perde una delle sue figure più autorevoli. Paolucci nel ruolo di ministro nel governo Dini ha dato lustro a Firenze e all’Italia. Ha guidato egregiamente il Polo museale fiorentino e da soprintendente ha fatto parte della giuria internazionale che ha assegnato a Isozaki il progetto di uscita degli Uffizi. Fino a quando è stato possibile Paolucci non ha mai fatto mancare la sua voce, anche critica, sulle principali vicende culturali italiane. Una voce sempre riconoscibile, lucida, mai banale, che ora ci mancherà”.
Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo: “Sono addolorato per la scomparsa del professor Antonio Paolucci, un amico sincero della nostra città di cui mai ha mancato di apprezzare la straordinarietà dei tesori che conserva. Ho di lui più di un ricordo, uno dei più recenti quello legato alla presentazione della Giostra straordinaria che si tenne nel 2016 in Vaticano. Paolucci, allora direttore dei Musei Vaticani, spese parole importanti per la manifestazione e per l’intera città.
Il professor Antonio Paolucci ha avuto una lunga carriera ai vertici delle istituzioni dell’arte e della cultura che lo ha reso tra i nomi più autorevoli tra gli studiosi, nonché curatore di mostre di particolare rilevanza e autore di saggi scientifici e libri sulla pittura italiana del quattrocento e del cinquecento. Tra questi una monografia su Piero della Francesca, considerato un classico della storia dell’arte che ha contribuito a divulgare la conoscenza del maestro nel mondo. Il suo legame con Arezzo è dovuto in particolare a Piero, ma anche alla Fiera Antiquaria di cui era stato nominato presidente del comitato per il quarantennale nel 2008. Nel 2010 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria“.
Nato a Rimini il 29 settembre 1939, Paolucci si era laureato in storia dell’arte nel 1964 con Roberto Longhi, iniziando la sua carriera nell’Amministrazione statale come funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione (cui fino al 1975 spettavano le competenze in seguito devolute al Ministero della Cultura) nel 1969, avvicinandosi al mondo delle soprintendenze.
Dal 1980 Paolucci ha rivestito il ruolo di soprintendente prima a Venezia, poi a Verona, a Mantova e infine a Firenze, dove è stato soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, per poi passare alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici (diventata poi Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino) ed essere nominato anche Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana sino al collocamento a riposo per raggiunti limiti d’età, avvenuto nel 2006.
Dal gennaio 1995 al maggio 1996 ha ricoperto la carica di ministro per i beni culturali e ambientali durante il governo presieduto da Lamberto Dini. Dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997 nominato commissario straordinario del governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi.
Nel novembre 2007 nominato da Papa Benedetto XVI direttore dei Musei Vaticani, rimanendo in carica fino al luglio 2016, quando Papa Francesco scelse il suo successore, Barbara Jatta, entrata in carica il 1º gennaio 2017, che nei precedenti sei mesi lo ha affiancato come vicedirettrice.
Nel 2018 nominato presidente della Commissione di indirizzo per il concorso di progettazione internazionale propedeutico alla ricostruzione della Basilica di San Benedetto da Norcia gravemente danneggiata dal sisma dell’Italia centrale del 2016.
Per i meriti conseguiti nell’ambito della sua attività culturale, Paolucci è stato inoltre eletto Accademico ordinario dall’Accademia delle arti del disegno di Firenze. Nel 2007 era stato incaricato dal Ministro Francesco Rutelli di far parte dei quattro membri esperti che hanno affiancato Salvatore Settis nel coordinare i lavori del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici.