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Sicurezza sul lavoro, la tragedia di Firenze. Morire per vivere

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Sicurezza sul lavoro, la tragedia di Firenze. Morire per vivere

C’è un’inchiesta aperta per omicidio plurimo colposo. Verranno accertate cause e responsabilità del crollo di venerdì 16 febbraio in un cantiere a Firenze in cui era in corso la costruzione di un supermercato Esselunga.

Intanto ancora una volta ci sono famiglie che piangono i loro cari. Usciti di casa per andare a lavorare. E che a casa non torneranno mai più.

Una tragedia immane quella di Firenze. In una Toscana che registra ogni anno molti morti sul lavoro. Fermo restando che anche un solo morto sul lavoro è inaccettabile.

Perché non si può andare a lavorare e morire. Morire per lavorare. Morire per vivere.

E se il cordoglio di tutto il Paese è unanime, è chiaro che il cordoglio non basta più.

Secondo il report sicurezza e ambiente Vega, nel 2023 ci sono state in Toscana 51 persone morte sul lavoro.

Eugenio Giani, presidente Regione Toscana dopo la tragedia a Firenze: “Dobbiamo essere sempre più incalzanti sui controlli. Occorre che quando si entra in questi ambienti ci siano tutte le condizioni di sicurezza. Serve che cantieri di questo tipo siano monitorati costantemente. La tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori costituiscono la misura della civiltà di un Paese. Per questo questa tragedia richiama tutti, istituzioni, sistema imprenditoriale e organizzazioni sindacali, a un rinnovato impegno per garantire  la sicurezza sul lavoro”.

Matteo Piantedosi, ministro Interno: “Tragedia immane, sia perché ci sono delle persone decedute, e lo sarebbe in ogni caso, poi quando ci sono persone morte sul lavoro questo offende e allarma e crea dispiaceri ulteriori. Non si dovrebbe mai morire di lavoro”.

Maurizio Landini, segretario generale Cgil: “Quella di Firenze è una tragedia inaccettabile che si ripete dentro la logica del subappalto e degli appalti al massimo ribasso che deve essere contrastata a livello nazionale, per questo proporrò per la prossima settimana anche agli altri sindacati un’iniziativa generale”.

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze: “Ogni morte sul lavoro è straziante e inaccettabile, tutti gli sforzi devono essere messi in campo perché sia sempre garantita l’assoluta sicurezza. Preghiamo anche affinché sia speso in questo tutto l’impegno possibile di chi ha responsabilità, per non continuare a piangere vite spezzate così”.

Monsignor Luigi Renna, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro e la giustizia, lancia un appello affinché non siano più rinviati i monitoraggi sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. “Ancora dei morti sul lavoro. Nonostante l’attenzione alta che si mantiene nell’opinione pubblica, le condizioni operative e le responsabilità sulle quali occorrerà fare chiarezza chiedono una svolta decisiva. Alcuni lavori sono più esposti di altri e colpiscono ancora una volta il mondo dell’ edilizia e dei suoi cantieri. A quando un monitoraggio più stringente delle condizioni di sicurezza? A quando un impegno maggiore degli imprenditori nelle situazioni che ormai sono, con ogni evidenza, le più esposte a rischi? La nostra vicinanza e il nostro cordoglio va alle famiglie delle vittime e ai loro compagni di lavoro”.

© Riproduzione riservata

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